La scuola secondo Bergoglio

Nuovo libro di Alborghetti

Per Papa Bergoglio, la scuola non richiede soltanto alte teorie o strategie, ma è un luogo di missione educativa, dove ogni giorno passa veloce come una freccia.

Per Papa Bergoglio, la scuola non richiede soltanto alte teorie o strategie, ma è un luogo di missione educativa, dove ogni giorno passa veloce come una freccia.

Infatti, la vera scuola è fatta di persone, vicende personali, storie di docenti che coniugano la propria quotidianità insieme ai propri alunni. Sono i contenuti del volume «Quando il giorno era una freccia. Papa Francesco. Gli anni nel mondo della scuola. La testimonianza educativa» (Agesc, Ikonos, pp. 170), scritto da Roberto Alborghetti, giornalista professionista, che ha al suo attivo una poderosa opera sul Pontefice argentino, edita pochi mesi fa dalla Velar, e numerose pubblicazioni. Il libro – voluto dall’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) come uno dei segni del 40° di fondazione – deriva il suo titolo da una frase di Bergoglio e ripercorre le tappe scolastiche del futuro Papa, gli insegnamenti ricevuti e trasmessi, le sue convinzioni pedagogiche.

Il libro è suddiviso in due parti, a loro volta divise in capitoletti. Uno spazio fondamentale dedicato alla formazione scolastica di Bergoglio, partendo dai banchi delle primarie fino agli studi teologici. Per il futuro Pontefice, la prima scuola è il focolare domestico, seguito dalle scuole primarie e dalla figura del maestro. Al riguardo, Bergoglio rimase sempre legato a Estela Quiroga, sua maestra elementare a Buenos Aires, morta quasi centenaria nel 2006. Fu proprio questa figura semplice a farlo innamorare della scuola. La scuola è anche un luogo dove l’ozio è bandito. «Ci si immergeva – ha scritto Bergoglio ricordando gli anni di studio nel collegio gesuita – in una trama di vita, preparata in modo che non ci fosse tempo ozioso. Il giorno passava come una freccia senza che uno avesse il tempo di annoiarsi. Io mi sentivo sommerso in un mondo che, sebbene preparato artificialmente con risorse pedagogiche, non aveva nulla di artificiale».

Ma la scuola è anche un grande fattore di sviluppo personale e collettivo. Infatti, come scrisse Papa Bergoglio in un messaggio del 7 agosto dello scorso anno, l’educazione «è la chiave per tutto il cambiamento e lo sviluppo sociale. Salute, educazione, lavoro sono prioritari per la società». Significativamente, nella prefazione, il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, ricorda una frase di Bergoglio rivolta a docenti ed educatori nella loro opera verso gli alunni: «Donate loro speranza, ottimismo per il loro cammino nel mondo. Insegnate a vedere la bellezza e la bontà della creazione e dell’uomo, che conserva sempre l’impronta del Creatore. Ma soprattutto siate testimoni con la vostra vita».

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