Sport? No, grazie
Preferisco oziare

Appena archiviati gli Europei di calcio, eccoci lanciati nell’arena olimpica: l’estate 2016 è sotto il segno dello sport.

Ci piace guardarlo e praticarlo, perché «fa bene»: allunga la vita, previene le malattie, ha un valore educativo e sociale unico. Ma c’è chi, come Bruno Ballardini, esperto di comunicazione strategica, va controcorrente. In «Contro lo sport (a favore dell’ozio)» (Baldini & Castoldi) in modo un po’ irriverente, se la prende con chi fa dello sport «una religione» e chi esaspera l’agonismo. «Lo sport fa male – scrive Ballardini nell’introduzione –.… È necessario mettere in guardia dai pericoli di questa attività che ha mille forme per attirare le masse in una dipendenza che nuoce sia al corpo sia alla mente».

Con un’attitudine provocatoria, Ballardini non critica lo sport in sé, ma i suoi eccessi, fino al narcisismo di massa. E conclude con l’invito a «riprendersi il proprio tempo», visto che l’uso delle nuove tecnologie permette di risparmiarne parecchio, ma conservando «un atteggiamento critico e la propria libertà». Il valore del pensiero libero e del «tempo perso» viene sottolineato anche dal bellissimo «Sul tempo perso a perdere tempo. I ripensamenti oziosi di un ozioso» di Jerome K. Jerome (Piano B, scritto a fine Ottocento e finora inedito in Italia), critica sociale feroce e ironica, raccolta in 14 racconti e saggi brevi. E se lo sport e l’agonismo diventano troppo stressanti, forse è tempo di rifugiarsi, per una vacanza, ne «L’isola del tempo perso» di Silvana Gandolfi (l’ultima edizione è della Fabbri), dove finiscono tutte le cose che si perdono nel mondo. Un romanzo breve in forma di apologo adatto a grandi e piccoli. 

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