Van Gogh inesauribile
Sempre una prospettiva nuova

Quando ci si trova davanti alla «Notte stellata» di Vincent van Gogh al Moma di New York ci si sente subito contagiati dalla sua energia: guardandola si comprende che davvero un capolavoro «è il risultato di una battaglia e non nasce dalla sola improvvisazione», come scrive lo storico dell’arte Costantino D’Orazio ne «Il mistero van Gogh» (Sperling & Kupfer).

Biografia narrativa che mette in dubbio tutti gli elementi acquisiti sul grande pittore: è vero che era un reietto, un genio folle? L’indagine dello studioso si basa sul diario scritto da Vincent junior, figlio di Theo van Gogh e nipote del pittore, e ripercorre la carriera dello zio da un punto di vista molto personale.

L’autrice americana Deborah Heiligman indaga il rapporto tra «Vincent e Theo» (Edt - Giralangolo) seguendo un percorso espositivo immaginario articolato in quattordici «sale», passando attraverso tutte le case in cui i due fratelli hanno abitato. C’è una tensione sotterranea tra loro, indissolubilmente legati da un affetto profondo, grandi amici, pronti a condividere tutto, ma allo stesso tempo molto diversi: Theo ama la quiete, la vita di Vincent invece è un vortice di passioni e tormenti. L’autrice traccia un percorso appassionante, intimo, coinvolgente, ricco di aneddoti.

È tratto dalle seguitissime pagine Facebook e Instagram, infine, «Vincent van Love» di Ernesto Anderle, graphic novel che sgombra il campo dagli stereotipi sul pittore, presentandolo come una persona solare che amava la vita. Raccoglie stralci illustrati delle lettere al fratello Theo dai quali emergono la forza delle emozioni e una rappresentazione potente della fragilità e della sensibilità umana. 

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