Marco riabbraccia la sua famiglia
«Presto sarà di nuovo a casa»

Albano, il 17enne ricoverato dal 18 agosto per gli effetti della leptospirosi è finalmente negativo al Covid. Dal Papa Giovanni: «Ringrazio chi mi cura e sostiene».

«Ora sto bene anche se mi sento molto stanco fisicamente. Ringrazio i medici che mi hanno curato e gli infermieri che mi hanno coccolato in un momento così difficile, lontano dalla mia famiglia. Grazie a parenti e amici che mi hanno sostenuto e mi sostengono, senza mai farmi sentire solo in questi giorni difficili». Marco Benzoni parla dal Papa Giovanni XXIII dove è stato trasferito venerdì scorso dal Policlinico di Milano e dove finalmente martedì sera ha potuto riabbracciare la sua famiglia, dopo essere risultato negativo (secondo tampone) al Covid. L’altra buona notizia è che il diciassettenne di Albano Sant’Alessandro ricoverato dal 18 agosto scorso prima al Bolognini di Seriate e poi nella terapia intensiva del Policlinico di Milano – dove i medici hanno scoperto che il male che l’aveva fatto aggravare fino ad essere intubato è la leptospirosi –, presto tornerà a casa.

Continua infatti a migliorare, Marco, e ora che i momenti di angoscia sono passati, il padre ripercorre quei drammatici giorni. «Molto probabilmente l’inizio di tutto risale all’8 agosto – spiega Aldo Benzoni –. Mio figlio in compagnia di amici si trovava al centro sportivo di un comune limitrofo quando, per recuperare la palla, ha scavalcato la recinzione, graffiandosi ad una gamba e una mano. È entrato in una roggia stagnante e le abrasioni che si era procurato hanno permesso al batterio della leptospirosi di infettarlo». Il 17 agosto, continua il padre, «ha iniziato ad avere febbre e problemi intestinali e nel pomeriggio del 18 agosto, visto che la situazione peggiorava, abbiamo chiamato l’ambulanza. Trasportato nel reparto di Pediatria dell’ospedale Bolognini di Seriate, ha subito ricevuto le cure appropriate ma nonostante questo la situazione continuava a peggiorare e verso le 2 del mattino del 19 agosto è stato trasferito in terapia intensiva. Nel primo pomeriggio la sua situazione clinica era disperata, inoltre il ragazzo era risultato positivo al Covid e si è deciso il trasporto al Policlinico di Milano». Per i familiari sono iniziate ore di grande apprensione, trascorse vicini al telefono in attesa degli aggiornamenti dai medici.

La luce di speranza

«Il giorno successivo – ricorda ancora il padre – si è accesa una luce di speranza: le cure iniziavano a produrre effetti, anche se era comunque intubato, attaccato al respiratore e dializzato. In questo periodo ci ha sostenuto la vicinanza di amici, parenti e vicini di casa che ci hanno aiutato anche dal lato pratico, in quanto in quarantena non potevamo uscire nemmeno per la spesa. Non li si potrà mai ringraziare a sufficienza. Fortunatamente mio figlio migliorava ogni giorno e venerdì scorso è uscito dalla terapia intensiva ed è stato trasferito al Papa Giovanni. Martedì è risultato negativo al secondo tampone e abbiamo potuto riabbracciarlo. È ancora spossato, ma non ha perso la sua grinta: è felice di ricevere dagli amici chiamate di incoraggiamento. Ancora qualche giorno e potrà tornare a casa».

Tutto ciò anche «grazie a tutte le persone che hanno pregato o avuto un pensiero per mio figlio», sottolinea il padre.

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