Serie A in cerca di idee
L’Atalanta c’è

Rimasto senza i soldi necessari per cambiare i giocatori, il calcio italiano ha cambiato gli allenatori (le idee?): 8 delle prime 10 squadre dell’ultima Serie A ripartono con un volto nuovo in panchina. Ma – quando va bene – con gli stessi giocatori: in entrata quasi solo prestiti, o operazioni con pagamenti dilazionati; in uscita cessioni il più possibile cash, spesso all’estero. E oggi, dopo tre mesi di illusioni (è il mercato...), la Serie A riparte con l’Atalanta che sarà di nuovo protagonista: dopo tre terzi posti si può migliorare?

Ci sono due possibilità per farlo: il secondo posto mai raggiunto nella storia, sfiorato tre mesi fa e sfumato all’ultima gara (dopo averlo occupato nei cinque turni precedenti...), oppure lo scudetto. Il termine da fine primavera è sdoganato, soprattutto per dar conforto ai sogni di chi vive di sfrenate passioni. Ma pronunciato in agosto è un inganno, una pericolosa illusione. Per l’Atalanta (per Bergamo) non è logico considerarlo un obiettivo realistico. Anzitutto per le dimensioni e le potenzialità delle avversarie. L’Inter campione in carica ha venduto perché il suo bilancio è in profondo rosso, ma prenderà ancora una punta. Non Zapata, per nostra fortuna. La Juve con Allegri in panchina è di nuovo la favorita: perché giocherà per vincere, non per divertire. Con Napoli (gran potenziale) e Milan l’Atalanta può competere, Lazio e Roma sembrano dietro.

E allora proviamo a dare una collocazione all’Atalanta: sulla carta, e a 10 giorni da fine mercato (cos’altro succederà?) la banda Gasperini può essere considerata la prima outsider di un campionato equilibrato come non capitava da molto tempo. Stavolta non c’è una grande favorita da battere. Davanti di certo arriveranno le solite sette-otto squadre, in quale ordine è impossibile prevederlo. Ma che ruolo ha un’outsider, in un campionato di 9 mesi abbondanti intervallati dalle coppe europee e dagli impegni delle Nazionali? Anzitutto deve correre una cronometro infinita, senza guardare le rivali. Sapendo che da stasera (ore 20,45 dal Torino, stesso esordio di un anno fa: finì 4-2) i punti peseranno sempre allo stesso modo, fino all’ultimo turno (22 maggio 2022: Atalanta-Empoli). L’outsider è la squadra che potenzialmente può battere tutti e gioca per farlo, ma al contempo che sa perdere poco. È un gruppo che non gioca più «per la salvezza», ma va ovunque per fare bottino. Poi a primavera ne stimerà le dimensioni rispetto alle rivali. L’Atalanta oggi comincia il 61° campionato di Serie A della sua storia consapevole che il ruolo di provinciale ormai le sta stretto, che l’ha superato. Ma che, al contempo, rispetto alle grandi non ha il seguito (il consenso), il bilancio e i campioni in organico che servono per ambire al primo posto. No, l’Atalanta ha altro: i bilanci migliori (non solo per il risultato economico, anche per la sostenibilità della gestione), la programmazione più lungimirante, impianti all’avanguardia, un territorio con uno straordinario senso d’appartenenza.

Da oggi torneranno i tifosi sugli spalti, quindi l’Atalanta avrà un’arma in più. Dai Percassi all’ultimo degli appassionati, da Gasperini all’ultimo dello staff tutti sanno che Bergamo sosterrà le loro idee. Le idee di questo calcio nuovo che ci ha regalato risultati inimmaginabili: tre terzi posti di fila, cioè tre volte la Champions League.

In un calcio sempre più povero di soldi nel quale il club nerazzurro ormai è universalmente considerato un modello, capita persino che l’epilogo della vicenda Gomez rafforzi l’ambiente. Prima c’era nervosismo nell’aria, dall’altro ieri c’è una ritrovata compattezza. E compatti si è più forti. Perché più questo sarà il campionato delle idee, più l’outsider Atalanta avrà la possibilità di stupire. Buon campionato a tutti.

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