«Commercio, la città è più attrattiva: turnover veloce e meno negozi sfitti»

L’ANALISI. Il sindaco Giorgio Gori: «Con le scelte urbanistiche abbiamo favorito la dinamicità del mercato». E sulle chiusure dei negozi storici: «Fisiologiche». L’«Amazon» dei negozi cittadini fermo: «Poche adesioni» .

«Dispiace perché sono attività dall’identità forte, che creano legami». Il sindaco Giorgio Gori ammette che perdere insegne «storiche» come le calzature «Pompeo» o la merceria «Morali» (25 quelle chiuse da gennaio a settembre a fronte di 18 aperture) non è indolore. Ma lo definisce «un fenomeno fisiologico»: «Le persone che hanno portato avanti queste attività per 40-50 anni non hanno figli interessati a prendere il testimone. Non c’è ricambio generazionale, e su questo non c’è nulla che si possa fare per rimediare».

Per il sindaco la vivacità del tessuto commerciale cittadino è però confermata da più segnali. Le vetrine non sono destinate a rimanere vuote a lungo. «Al momento per questi due casi specifici non sappiamo chi subentrerà, ma i dati ci dicono che in città il turnover è molto veloce – precisa Gori, che ha la delega al Commercio –: tanti chiudono e tanti aprono. Si è passati dal 10% annuo a quasi il 30%: su 10 vetrine tre cambiano pelle ogni anno». A confortare anche il numero di locali sfitti: «È stato ridotto al massimo, siamo un’eccezione rispetto alla media delle altre città: siamo infatti arrivati al 16,5% di sfitti nel 2021 (ultimo dato disponibile) contro una media che era vicina al 30%».

Il punto quindi, per il sindaco, non è l’attrattività del centro - «C’è ed è forte, soprattutto dopo la riqualificazione del centro piacentiniano. E la pedonalizzazione si sta dimostrando un elemento attrattore in più» - ma le dinamiche stesse del commercio. «Scontiamo anche la grande competizione con le polarità molto forti che si trovano ai margini della città e che sono state consentite dalla Regione: Oriocenter, Curno, Le Due Torri a Stezzano, che attraggono una quota importante di consumo di residenti di Bergamo».

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L’urbanistica

Cosa può fare il Comune quindi per sostenere il cosiddetto «commercio di vicinato»? Le risposta non sta tanto negli incentivi - «Il Comune potrebbe arrivare a 5-6mila euro, valori risibili per chi avvia un’impresa, i sussidi non hanno mai funzionato», sostiene Gori – quanto negli strumenti urbanistici a disposizione. «Con l’”inidifferenziato funzionale” dei piani terra – ricorda Gori – abbiamo scelto di favorire al massimo la dinamicità e flessibilità di mercato, il che non significa solo “grandi catene”». Ci sono poi le «scelte strategiche» del nuovo Pgt: «Prevediamo la localizzazione delle medie strutture di vendita lungo le nuove infrastrutture, le cosiddette dorsali del riuso e introduciamo l’edilizia commerciale convenzionata. Nelle future aree di trasformazione i piani terra possono essere dedicati a negozi di vicinato, in questo caso l’operatore avrà una fiscalità più leggera che dovrà riflettersi nell’applicazione di canoni calmierati per il commerciante».

L’innovazione

Detto della parte «materiale», c’è poi tutta quella «immateriale». Soprattutto il comparto non alimentare, infatti, deve vedersela con la concorrenza dell’e-commerce. «Anche se, dopo il boom del periodo Covid, sembrano esserci segnali di forte flessione dei grandi store multimarca online a favore di un ritorno dell’esperienza di acquisto in negozio, dove si può essere consigliati e si può provare il capo scelto», sostiene Gori. Il sindaco resta però convinto che un doppio binario, fisico e digitale, sia fondamentale per permettere ai negozi di vicinato di rimanere al passo. Lo switch culturale è però difficile. «Da circa un anno e mezzo, anche con un contributo regionale, stiamo costruendo una piattaforma digitale di e-commerce per i negozi della città, una sorta di “Amazon cittadino” – racconta Gori –. L’infrastruttura è pronta, ma stiamo facendo fatica a convincere i commercianti a salirci: alcune decine hanno già una loro vetrina online, altri non hanno la cultura del digitale. Per partire, però, dobbiamo avere un certo numero di marchi, altrimenti non siamo sufficientemente attrattivi». Il sindaco riconosce però una grande creatività in circolo. «La collaborazione col Duc è molto efficace, anche in regione riconoscono il distretto urbano di Bergamo come un esempio, c’è un traino positivo».

E in vista del Natale sono tante le idee che bollono in pentola. «E le idee ce le mettono soprattutto chi il mestiere lo fa, i negozianti», riconosce il sindaco. Qualche anticipazione? «Degli influencer racconteranno il Natale in citt à, con la Ruota panoramica, l’Albero, il concorso a premi. Venire a fare shopping in centro durante le festività sarà ancora più bello», assicura.

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