L’inflazione spinge gli investimenti: in Bergamasca cresciuti del 5,7%

RISPARMI. In un anno meno depositi sui conti correnti, la raccolta indiretta delle banche a 22,8 miliardi. Zanotti (UniBg): «Oggi interesse per i titoli di Stato, ma meglio diversificare».

L’inflazione erode di mese in mese il valore dei depositi accumulati sui conti correnti e, di conseguenza, i risparmiatori tornano a investire per proteggere il potere d’acquisto dei loro risparmi.

I bergamaschi non hanno perso tempo in questo frangente e hanno aumentato la loro quota di investito tra il 2022 e il 2023 del 5,7%%. Questo, tra l’altro, in palese contraddizione con la bocciatura che hanno subito in educazione finanziaria, stando ai risultati di una recente indagine Edufin.

«La voglia di investire – afferma Giovanna Zanotti, direttore del dipartimento di scienze aziendali dell’Università di Bergamo – è spinta dall’inflazione crescente e dal rialzo dei tassi di interesse. Fino a poco tempo fa quando i tassi erano a zero, se non negativi, tenere liquidità sul conto corrente, in uno scenario incerto, non comportava costi troppo alti, ora invece, con un tasso di inflazione alto tenere i risparmi sul conto corrente ne diminuisce il valore reale e, contestualmente, i tassi di interesse dei prodotti finanziari sono ritornati ad essere interessanti. La combinazione di questi due fattori, che peraltro sono due facce della stessa medaglia, sta spingendo i risparmiatori ad investire».

Diminuiscono i depositi

Secondo il rapporto della Cgia di Mestre, su dati Banca d’Italia, nel periodo marzo 2022- marzo 2023, i depositi sui conti correnti lombardi sono diminuiti di 8 miliardi di euro, circa il 3,5%, scendendo da 246 a 237 miliardi. Contemporaneamente, la raccolta indiretta di liquidità da parte delle banche lombarde, che rappresenta l’attività di investimento nei diversi strumenti finanziari (azioni, fondi comuni, titoli di stato, polizze assicurative e fondi pensione) è cresciuta di quasi 12 miliardi, da 245 a 257 miliardi (+4,9%).

In questo periodo Bergamo ha segnato un rialzo degli investimenti pari a più 5,7% (22,8 miliardi di euro) superando percentualmente la media lombarda.

Va bene investire ma come? «Ritengo – dice Zanotti – che la diversificazione sia il pilastro fondamentale sul quale basare le scelte di investimento che devono essere fatte mettendo a fuoco gli obiettivi e l’orizzonte temporale per cui si investe. Oggi, sono tornati ad essere interessanti i titoli di Stato ma se si prevedono investimenti di lungo periodo acquistare l’azionario, magari anche attraverso fondi, non deve fare paura perché nel lungo termine le oscillazioni dei mercati si recuperano. In portafoglio non deve mai esserci nessuno strumento che pesa troppo, men che meno Btp o altri titoli al 100%».

Il rapporto Edufin

Il rapporto Edufin 2023 evidenzia come l’inflazione crescente e il rialzo dei tassi di interesse abbiano influito sulla maggiore propensione degli italiani, rispetto al 2022, a partecipare al mercato finanziario: è in forte aumento il numero di coloro che dichiarano di voler investire (da 17,4% al 30,9%) e in netta diminuzione quello di quanti preferiscono tenere i propri risparmi sui conti correnti (da 45,2% al 37,8%). Un trend che mal si concilia con quanto emerso nello stesso rapporto, dove si rileva che solo il 44,3% dei decisori economici delle famiglie conosce i tre concetti base di finanza: inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio.

Bassa l’alfabetizzazione finanziaria

Anche l’indagine internazionale sull’alfabetizzazione finanziaria (che adotta la metodologia Ocse) fatta da Banca d’Italia rileva che gli italiani si collocano su livelli molto bassi (10,6 su una scala da 0 a 20). L’elaborazione a livello provinciale boccia Bergamo con un voto di 5,6 decimi e neppure i lombardi vengono promossi ottenendo una media di 5,6. Tra le province lombarde solo Milano raggiunge la sufficienza (6,5).

«Serve una gestione consapevole dei propri investimenti»

«Osserviamo – commenta Zanotti – che si sta sviluppando la consapevolezza dell’importanza di garantire ai cittadini un buon livello di conoscenza finanziaria. Ormai da più parti si chiede di introdurne lo studio nelle scuole e si attivano corsi ad hoc, inoltre, molti studi dimostrano che un elevato grado di consapevolezza finanziaria è uno dei driver che promuove l’uguaglianza di genere. La gestione consapevole dei propri investimenti sarà fondamentale per le generazioni future perché l’aspettativa di vita si allunga e le prestazioni del sistema sociale si contraggono quindi si porrà con forza il problema di saper gestire i propri risparmi con orizzonte di vita più lungo».

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