Alla scoperta di Valverde, il rione che «resiste»: da 30 anni a quota 4mila

Contava 3.926 abitanti nell’87; quasi uguali nel 2020: 3.858. Il trend di invecchiamento e il calo delle nascite sono però quelli cittadini.

Qui dove la città inizia a farsi colle, la demografia tratteggia invece una linea piatta. Valverde, nei primi numeri che ne raccontano la trama sociale, è quasi immobile da oltre trent’anni: aveva 3.926 abitanti alla fine del 1987 e ne ha aveva ancora 3.858 alla fine del 2020. Una variazione minima (1,7% in meno) riassume la parabola di tre decenni senza scossoni: una leggerissima discesa costante sino a metà anni Duemila, col minimo di 3.654 residenti nel 2005, poi una progressiva ma impercettibile risalita che aveva portato nel 2019 – appena prima del Covid, che ha frenato ovunque la demografia – a 3.884 residenti, prima di perderne poco meno di una trentina nel primo anno della pandemia.

In realtà, si parla di un quartiere geograficamente non grandissimo ma certamente peculiare nella sua composizione: la denominazione ufficiale è Valverde-Valtesse (Sant’Antonio), perché tiene insieme un territorio variegato però in continuità con i rioni vicini (con Valtesse-San Colombano, ovviamente). Allargando lo sguardo, tra l’altro, emerge lo spopolamento dei quartieri di questo preciso spicchio di area: tra 1987 e 2020 Città Alta ha visto diminuire gli abitanti del 26,2%, Conca Fiorita ha perso il 15% dei residenti, i Colli l’8,1%; solo Valtesse-San Colombano ha invece resistito e anzi è in controtendenza avendo guadagnato nello stesso arco temporale il 6% di residenti. Il 2020 a Valverde, al netto di decessi e nascite, ha visto un sostanziale bilanciamento tra chi è arrivato qui ad abitare e chi invece se n’è andato: 122 cittadini hanno abbandonato il quartiere e 145 sono invece arrivati, con un saldo positivo di 23 residenti. Un equilibrio di lungo corso: se si guarda al 2012, per esempio, gli arrivi erano stati 134 e le partenze 123, con un saldo positivo di 11 residenti. Si è però scelto più frequentemente di comprare casa: i dati dell’Agenzia delle Entrate, che in realtà tengono insieme Valverde-Valtesse (Sant’Antonio) con Valtesse-San Colombano, indicano una crescita rilevante delle compravendite, diventate 84 nel 2020 rispetto alle 53 del 2019, a sostanziale parità però di prezzi (si è comprato attorno ai 1.800 euro al metro quadrato). Il reddito medio annuo è di 27.501 euro pro-capite, in linea con la città. Lo spicchio della città a ridosso dei colli è l’area meno multietnica della città. A Valverde-Valtesse (Sant’Antonio) i residenti stranieri rappresentano il 9,7% del totale degli abitanti del quartiere: gli unici altri quartieri al di sotto del 10% sono i confinanti Valtesse-San Colombano (6,7%), Città Alta (7,2%) e i Colli (5,7%, il dato più basso). La loro presenza a Valverde è cresciuta in particolare attorno al primo decennio del Duemila, passando dai 51 del 2000 ai 406 del 2012. Raggiunto quel picco, i cittadini non italiani sono invece calati sino al 2017, quando sono diventati 361: poi un piccolo rimbalzo sino ai 399 del 2019, cui ha fatto seguito una nuova riduzione; sono infatti 374 gli stranieri qui residenti a fine 2020.

Over 80 quadruplicati
Tre decenni di «costanza» raccontano anche che il quartiere non sfugge a invecchiamento e calo delle nascite, con dati in linea alla media cittadina. Nel 1987 i residenti al di sotto dei 18 anni rappresentavano il 18% e nel 2020 sono scesi al 14,7%, i 18-39enni sono passati dal 31,3% al 22,7%; crescono invece le altre classi d’età più mature, con il «peso» dei 40-59enni che passa dal 27,1% al 29,7%, quello dei 60-79enni dal 21,2% al 23,3%, gli over 80 dal 2,4% al 9,5%. In valore assoluto, in particolare, gli ultraottantenni erano 96 e sono diventati 367: quasi quadruplicati.

Altra dinamica perfettamente in linea con la tendenza cittadina è quella del restringimento delle famiglie: nel 1987 i nuclei del quartiere erano formati in media da 2,6 componenti (stesso dato della città) e nel 2020 sono scesi a 2,1 (anche qui, stesso dato della città). È un quartiere curiosamente per coppie, questo: nel 1987 il 27,8% dei nuclei era composto da due persone, la quota più alta tra tutti i rioni cittadini, e oggi sono ancora il 27,3% (non è più il record, ma comunque al di sopra della media cittadina). Nello stesso arco temporale è incrementato – qui come ovunque – il numero di persone sole: nel 1987 i nuclei familiari «unipersonali» – l’ossimoro che indica appunto chi vive da solo – erano 405, nel 2020 sono diventati 784 (93,5% in più, in linea con la media cittadina che segna 92,1% in più). Resiste però anche un piccolo gruppo di famiglie numerose: sono 20 i nuclei composti da sei o più persone, cioè mamma, papà e almeno quattro figli.

Le nascite però restano poche, questo è uno dei rioni dove gli ultimi vent’anni s’è osservato un andamento tra i più bassi. Nel 2020 sono stati 18 i bebè (10 fiocchi azzurri, 8 fiocchi rosa), il dato più basso dagli anni Duemila (insieme al 2018, anche quell’anno 18 nascite): si traducono in 4,7 nati ogni mille residenti, al di sotto della media cittadina (in città nascono 6,3 bambini ogni mille residenti); nel 2003 le 23 nascite del quartiere equivalevano a 6,3 bebè ogni mille abitanti, allora la performance peggiore tra tutti i rioni cittadini (la media della città era di 8,9 bebè ogni mille residenti).

Gli stranieri e i colli
Lo spicchio della città a ridosso dei colli è l’area meno multietnica della città. A Valverde-Valtesse (Sant’Antonio) i residenti stranieri rappresentano il 9,7% del totale degli abitanti del quartiere: gli unici altri quartieri al di sotto del 10% sono i confinanti Valtesse-San Colombano (6,7%), Città Alta (7,2%) e i Colli (5,7%, il dato più basso). La loro presenza a Valverde è cresciuta in particolare attorno al primo decennio del Duemila, passando dai 51 del 2000 ai 406 del 2012. Raggiunto quel picco, i cittadini non italiani sono invece calati sino al 2017, quando sono diventati 361: poi un piccolo rimbalzo sino ai 399 del 2019, cui ha fatto seguito una nuova riduzione; sono infatti 374 gli stranieri qui residenti a fine 2020.

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