Covid, 126 nuovi casi ogni 100 mila abitanti
Bergamo tra le meno colpite - I dati

La nostra provincia è tra le meno colpite in Italia nelle due settimane tra il 15 e il 29 novembre.

La geografia del virus proietta Bergamo altrove. Fuori dalla Lombardia, lontano dal rosso o dall’arancione. Colora questo territorio, il più drammaticamente toccato dalla prima ondata e poi «stagno» nel ritorno autunnale dei contagi, di ben altra tonalità: un verde accesso, secondo una precisa scala cromatica. Quella cioè che misura l’incidenza settimanale dei nuovi contagi ogni 100 mila abitanti – in pratica quante sono effettivamente le persone che hanno subìto l’infezione, pesate rispetto al totale della popolazione – nel periodo delle ultime due settimane, tra il 15 e il 29 novembre, giorni cruciali nell’evoluzione recente della pandemia. Nelle elaborazioni del dottor Paolo Spada, chirurgo vascolare dell’Humanitas Reserarch Hospital di Milano e tra i curatori del progetto «Pillole di ottimismo», seguitissima pagina Facebook di divulgazione, c’è la conferma dell’eccezionalità di Bergamo nella seconda ondata: nel periodo analizzato, la Bergamasca è stata la quinta provincia per minore incidenza del virus, con 126 nuovi casi ogni 100 mila abitanti per settimana. Nel concreto: solo quattro altre province d’Italia mostrano valori più bassi, e sono dall’altra parte dello Stivale: la provincia del Sud Sardegna (la zona di Carbonia, per intendersi), con 124 casi ogni 100 mila abitanti per settimana, Catanzaro (113), Agrigento (112) e Lecce (92). Su 107 province italiane, dunque, 102 mostrano una situazione peggiore di Bergamo.

Nel dettaglio più ampio, in quei 14 giorni di tempo Bergamo ha avuto una media di 201 nuovi casi giornalieri (è il valore assoluto, in questo caso); e il trend scende a 174 se si guarda solo agli ultimi giorni. Che la situazione sia in ulteriore miglioramento – così come in miglioramento è per tutta Italia, comunque – lo si coglie anche guardando di nuovo all’incidenza: quella basata sui sette giorni più recenti indica infatti 109 nuovi casi ogni 100 mila abitanti.

Graficamente, appunto, la terra orobica appare come l’unica area di verde vivido all’interno di un Nord in sofferenza. Le prime tredici province italiane per «densità» di contagio tra 15 e 29 novembre sono tutte al Nord. Di più: nelle prime venti, l’unica eccezione non settentrionale è L’Aquila. Nella top ten, inoltre, ci sono quattro province lombarde; la graduatoria nazionale vede infatti Varese al primo posto, con 706 nuovi casi ogni 100 mila abitanti per settimana, poi Como (665) al secondo posto, e dopo Belluno (607) c’è il dato sorprendente di Sondrio (597), dove i numeri in valore assoluto sono contenuti ma vanno calibrati su una popolazione che è ridotta. Al nono posto nazionale c’è poi la provincia di Monza e della Brianza (536), altro luogo dove la situazione s’è fatta emergenziale, anche sul versante ospedaliero oltre che epidemiologico.

I territori maggiormente colpiti dal violento esordio del virus tra fine febbraio e fine aprile, concetto noto, sono stati toccati meno dalla replica autunnale. Ma non con la stessa dinamica di Bergamo. Lo testimonia anche l’elaborazione curata da Paolo Spada, perché alcune province pur violentemente segnate in primavera hanno mantenuto numeri in certi casi discretamente elevati: Lodi è al 44° posto della graduatoria nazionale, con 335 nuovi contagi per settimana ogni 100 mila abitanti; Cremona è al 70° posto, con 240 nuovi contagi per settimana ogni 100 mila abitanti; Brescia all’80° posto, con 204 nuovi contagi per settimana ogni 100 mila abitanti. Piacenza è il caso emblematico: pur avendo subìto una prima ondata d’alto impatto, anche nell’ultimo periodo ha avuto un’alta circolazione del virus; tra 15 e 29 novembre, infatti, si sono avuti 453 nuovi casi ogni 100 mila abitanti per settimana, un dato che la colloca in 18a posizione.

Lo sguardo complessivo sull’incidenza dell’epidemia da fine febbraio vede ora Bergamo con numeri di media portata: il totale parla infatti di 2.234 casi ogni 100 mila abitanti da inizio emergenza; per fare un confronto, Milano ne conta 4.651 ogni 100 mila abitanti. C’è stato un evidente sorpasso da ottobre in poi. Questa proiezione, tuttavia, è inficiata dal fatto che per la prima ondata resta un’importantissima «cifra oscura» di contagi non ufficialmente accertati dal tampone. Con riguardo a febbraio e marzo, infatti, i numeri di Bergamo, come noto, sono sottostimati.

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