Farmacie, 50 aperture in 9 anni: la rete in provincia cresce e porta nuovi servizi

Petrosillo: siamo punto di riferimento per la comunità. De Amicis: sempre più accanto a medici e cittadini.

Da erogatore di medicinali a luogo di servizi. È la trasformazione che riguarda le farmacie bergamasche (ma non solo). Una trasformazione che era già in atto da qualche anno, ma che negli ultimi due, complice la pandemia, ha subito una forte accelerazione. Secondo i dati forniti da Federfarma Bergamo, infatti, le farmacie nella bergamasca sono aumentate di circa 50 unità in 9 anni, passando dalle circa 280 del 2012, anno in cui ci fu il concorso straordinario per l’apertura di nuovi sedi (decreto liberalizzazioni di Monti), alle 327 di oggi, dove le farmacie sono presenti in 195 Comuni dei 243 totali bergamaschi.

Un primo tassello, quello dell’aumento di numero, che ha dato il via al cambiamento del ruolo delle farmacie. «Ne sono state aperte una cinquantina in pochi anni – dichiara Giovanni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo – di fatto grazie al concorso straordinario di Monti. La bergamasca è la provincia dove ne sono state aperte di più. Secondo una legge di Regione Lombardia, nei Comuni con meno di 1.500 abitanti si può soprassedere dall’apertura di una farmacia. È una norma (non vincolante, se qualcuno vuole può aprire una farmacia anche in Comuni inferiori a 1.500 abitanti) di garanzia di sostenibilità delle farmacie e di fatto stabilisce una sorta di rapporto minimo tra farmacie e popolazione: in provincia di Bergamo però ci sono tante farmacie aperte in paesi con meno di 1.500 abitanti e quindi siamo messi bene dal punto di vista del rapporto numero di farmacie-popolazione».

La copertura del territorio

Esistono, inoltre, i dispensari farmaceutici. «Sono dei punti di erogazione dei farmaci – continua – e sono riforniti dalle farmacie dei paesi vicino. Alcuni paesini con pochi abitanti senza farmacia hanno il dispensario, gli abitanti di altri invece si recano alla farmacia più vicina, che è quella di riferimento per più Comuni. Generalmente questa situazione si verifica nelle valli», come fotografa bene la lista dei 48 Comuni bergamaschi senza farmacia (la maggior parte, appunto, situati nelle valli): Algua, Averara, Azzone, Barbata, Bianzano, Blello, Brumano, Camerata Cornello, Carona, Cassiglio, Corna Imagna, Cornalba, Costa Serina, Cusio, Dossena, Fino del Monte, Fonteno, Foppolo, Fuipiano Valle Imagna, Gandellino, Gaverina Terme, Grone, Isso, Lenna, Luzzana, Mezzoldo, Moio de’ Calvi, Monasterolo del Castello, Oltressenda Alta, Oneta, Ornica, Parzanica, Piazzatorre, Piazzolo, Ranzanico, Roncobello, Roncola, Santa Brigida, Strozza, Torre Pallavicina, Ubiale Clanezzo, Valleve, Valnegra, Valtorta, Vedeseta, Viadanica, Vigano San Martino, Vigolo. Aumentate di numero, le farmacie, sono ora, come detto, nel mezzo di una trasformazione che le porterà a essere sempre di più luogo di servizi.

«Stiamo lavorando per essere quello di cui c’è bisogno – conclude Petrosillo – sempre più un punto di riferimento importante per la comunità: abbiamo dimostrato di poterlo essere durante l’emergenza sanitaria di marzo 2020 e ormai non siamo più solo dispensatori di farmaci, ma siamo luogo di servizi».

«La farmacia sta cambiando volto – concorda Ernesto De Amici, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo – e non si limita più solo a erogare medicinali. È un processo che il Covid-19 ha accelerato (i medici erano impegnati in prima linea col virus e le farmacie hanno aiutato con le altre diagnosi) ma che era già in atto ed era già previsto da una legge riguardante la “farmacia di servizi”, che prevedeva proprio la possibilità che questi luoghi diventassero erogatori di servizi (come la telemedicina), utili per le diagnosi sul territorio (io stesso ho fatto fare l’elettrocardiogramma a una persona che era venuta in farmacia chiedendo una pomata per il mal di braccio, scoprendo così che aveva in corso un infarto e facendola ricoverare subito)». Oggi, poi, in farmacia si effettuano, tra gli altri, i tamponi per il Covid-19, i vaccini antinfluenzali e quelli contro il coronavirus (una cinquantina nella bergamasca offrono questo servizio), senza dimenticare la consegna a domicilio dei medicinali.

Servizi e coordinamento

«Tutto ciò – continua – ha rafforzato il nuovo ruolo della farmacia, che oggi è a fianco del cittadino ed entra di ruolo nel gioco coordinato di tutte le figure sanitarie (medici, infermieri, ospedali, e così via). Figure che ruotano attorno al cittadino, cioè a colui a cui si rivolge l’intero servizio sanitario. Oggi la farmacia, quindi, distribuisce medicinali come sempre, poi eroga servizi e qualcuna produce anche medicinali per nicchie di cittadini a cui l’industria non riesce a dare risposta. Ad esempio, è venuto a mancare in tutta Europa un farmaco contro le convulsioni febbrili, così alcune farmacie bergamasche hanno iniziato a produrlo per darlo alle famiglie che ne hanno necessità: si tratta di quantità piccole, saranno 30 preparazioni in tutta la provincia, ma per quei 30 bambini e quelle 30 famiglie è importante, perché è il farmaco di cui hanno bisogno». E il futuro delle farmacie? «Negli ultimi 3 anni– conclude De Amici – la farmacia è cambiata molto più che nei precedenti 40 e continuerà a cambiare: fornirà sempre più servizi e sarà sempre più coinvolta dai medici e dalla sanità. Servirà davvero fare rete e mettere al centro il cittadino».

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