Il virus «corre» nella Bassa e in città
Covid in Bergamasca, la Val Seriana tiene

Nonostante le differenze territoriali dal 16 agosto i contagi in provincia sono aumentati della metà rispetto al dato regionale: 5,06% contro 10,97%.

La velocità del contagio muta costantemente, e di luogo in luogo, disegnando scenari diversi. Con una considerazione di fondo, che consegna un senso di relativa fiducia alla Bergamasca: qui, nella terra più colpita dal dramma a marzo, oggi il virus viaggia più lentamente che altrove. Alla metà della velocità della media lombarda, per sintetizzare.

La considerazione filtra mettendo insieme i dati dell’ultimo mese e mezzo abbondante, dal 16 agosto a domenica 4 ottobre. Un intervallo di tempo significativo, perché in mezzo sono condensati alcuni passaggi fondamentali nel percorso dell’attuale convivenza col virus: lo screening per i vacanzieri di rientro dai Paesi a rischio da Ferragosto in poi, più in generale la coda dell’estate e dei «rilassamenti», quindi la ripartenza delle scuole e la ripresa dei ritmi lavorativi dopo le ferie.

Al 16 agosto, la Bergamasca contava un totale di 15.114 persone risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza:domenica 4 ottobre questo numero è salito a 15.879, con un incremento del 5,06% rispetto alla precedente rilevazione, e +765 casi in valore assoluto. Nello stesso periodo, l’intera Lombardia è passata da 97.380 a 108.065 casi (10.685 casi), +10,97% in un mese e mezzo abbondante: praticamente, in terra orobica il contagio recentemente si è espanso a una velocità dimezzata rispetto a come corre il Sars-CoV-2 in tutta la regione. Naturalmente incide una variabile, cioè il numero di tamponi eseguiti, perché più se ne fanno e più c’è possibilità di individuare l’infezione: sono disponibili solo i dati complessivi dell’intera Lombardia, non quelli disaggregati su scala provinciale, dunque non si possono fare rapporti, ma si deve ipotizzare che oggi – a distanza dalle settimane più drammatiche del Covid, da fine febbraio all’inizio di aprile – la capacità di screening si sia sostanzialmente equilibrata nei vari territori della regione.

I dati provinciali

L’altra prospettiva è quella che scava la provincia di Bergamo nei suoi punti cardinali. Come è avanzata la macchia del contagio, qui, nell’ultimo mese e mezzo? Per ogni provincia, Regione Lombardia fornisce due indicatori su base comunale, cioè le prime dieci località per contagi in valore assoluto e le prime dieci località per contagi in rapporto alla popolazione: emerge un set di 18 diversi paesi orobici, perché Albino e Nembro figurano in entrambe le classifiche. Ciò che emerge è che il virus sta correndo prevalentemente nella Bassa e in città, mentre nella Val Seriana, là dove la bolla è scoppiata per prima, gli argini ora reggono, e anche in Val Brembana il rallentamento è significativo.

Dal 16 agosto al 4 ottobre, infatti, a Bergamo città si è passati da un totale di 1.955 casi accertati a un totale di 2.107: 152 contagi in più, con una crescita del 7,7%, oltre la media provinciale. Più lento è invece l’ultimo colpo di coda a Seriate, nella cintura urbana, che ha visto un +2,72% di casi, 9 in valore assoluto. In pianura, spiccano i due principali centri della parte orientale e di quella occidentale: a Romano di Lombardia il totale è passato da 211 a 231 casi (+9,48%), a Treviglio invece da 348 a 372 (+6,90), sempre con un trend più corposo rispetto a quello della Bergamasca nel suo insieme. Si discosta invece la media pianura, se in un centro popoloso e dinamico come Dalmine la crescita è rimasta contenuta nel 3,37% (da 326 a 337).

Le valli

Ci sono poi le valli, e in quella Seriana, dove certo i numeri dei contagi ufficiali stridono con quelli che lasciano ipotizzare le proiezioni basate sull’esito dei test sierologici, oltre che col senso comune maturato nel picco della tempesta, ora il ritmo è ben più compassato: sempre dal 16 agosto a ieri, Albino ha registrato +2,29% nella crescita complessiva dei positivi, Nembro +2,46%, Clusone +2,65%; nei centri più piccoli, dove però il virus ha morso con particolare vigore, si contiene l’aumento anche a Vertova (+2,94%) e Gorno (+2,86%), e si azzera addirittura a Piario e Colzate (dagli inizi di luglio non si hanno nuovi casi di coronavirus), oltre che a Gromo e Gazzaniga. In Val Brembana, Zogno, località particolarmente toccata, ha visto aumentare del 3,21% i casi dall’ultima rilevazione, mentre Val Brembilla ha oscillato solo dell’1% (in valore assoluto, un nuovo caso) e Piazza Brembana ha registrato un relativamente più consistente +4,55% (in sostanza, due nuovi casi). La fotografia temporalmente e geograficamente più ampia, guardando all’intera Bergamasca, racconta, infine, che dal 10 giugno (simbolicamente la fine delle scuole, anche se chiuse) a ieri il computo totale dei contagi è cresciuto del 16,2%: in Lombardia, nello stesso periodo sono invece incrementati del 19,2%.

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