Parcheggio Fara, Unesco a gamba tesa
L’indignazione di Gori: «Solo falsità»

Botta e risposta tra Icomos, che ha controllato la candidatura, e Palafrizzoni sul cantiere in Città Alta.

Non fa mistero di essere «molto sorpreso e amareggiato» il sindaco Giorgio Gori. «Riteniamo grave e preoccupante che giudizi politici o informazioni non veritiere trovino spazio e apparente condivisione in Icomos, che dovrebbe essere tecnico e super partes: ci sembra vittima dei NoParkingFara, con giudizi assunti acriticamente». Un paio di settimane fa Palazzo Frizzoni ha ricevuto dall’International council on monuments and sites (ente composto da consulenti incaricati da Unesco, gli stessi che fecero il sopralluogo nel 2016) un documento in cui si sollevano criticità sul progetto del parcheggio alla Fara. Secondo Gori il «braccio tecnico» di Unesco sarebbe entrato nel merito di questioni politiche, facendo considerazioni forse un po’ «sorprendenti». Come il passaggio, riporta il sindaco, dove Icomos teme che il parcheggio possa avere un impatto negativo, «sull’insieme panoramico che impone la più forte delle impressioni alla scoperta di Città Alta, dalle strade della Svizzera e dell’Austria. Una descrizione romantica» rimarca Gori. Tanto che tra i giornalisti si è insinuato il dubbio che la missiva di Icomos arrivata tramite il ministero dei Beni culturali possa essere un falso, eventualità smentita dal Comune che però in serata fa sapere di aver avviato una verifica sulla veridicità del documento.

Le criticità

Sono diverse le criticità sollevate, dal passaggio delle auto da Porta Sant’Agostino al rischio di mettere a rischio il vicino complesso di San Francesco e la Rocca. «È indispensabile che sia realizzata un’analisi dettagliata degli impatti del progetto e della sua esecuzione – scrive Icomos –, per verificare se il progetto può continuare nelle dimensioni proposte o se devono essere ridotte». Domani Palazzo Frizzoni invierà la risposta al ministero che a sua volta la invierà ad Unesco e ancora ad Icomos. «C’è dispiacere, ma confidiamo che siano lette e accolte le nostre controdeduzioni – rileva il sindaco –. I contenuti sono stati verificati con l’ufficio Unesco del ministero e la Sovrintendenza».

Il caso diventa pubblico

Il documento prodotto nella sede di Charenton le Pont (firmato semplicemente Icomos), è parte di una corrispondenza privata, ma il sindaco ieri ha deciso per una conferenza stampa con gli assessori ai Lavori pubblici Marco Brembilla e all’Ambiente Leyla Ciagà. Icomos, nel documento, parla di «punti passati sotto silenzio». Il riferimento sarebbe alla mancata elaborazione di uno studio socio-economico su Bergamo Alta, di uno studio sull’impatto archeologico e idrogeologico, di un’analisi della gestione della Ztl, trasporti e parcheggi di città bassa (che «non risulterebbero saturi», scrive Icomos). E ancora la mancata realizzazione di uno studio comparativo sulla gestione della mobilità con altre città con problematiche simili, per esempio Pamplona e Graz.

L’amministrazione non solo respinge le accuse («La documentazione e le analisi sono state fatte» ribatte Gori), ma l’intero contenuto della missiva: «La relazione contiene numerose informazioni errate, non vengono indicate le fonti né fornite indicazioni circa approfondimenti. Inoltre le informazioni riportate non sembrano aver tenuto conto di quanto indicato nella risposta fornita l’11 giugno 2018».

Il dossier

Le risposte Palazzo Frizzoni ne ha già date, dopo gli esposti dei NoParkingFara ad Unesco. Ora entra nelle singole questioni sollevate da Icomos, invitando a tornare a Bergamo per un nuovo sopralluogo «in modo che possano trovare motivi per superare dubbi e perplessità basati su elementi non fondati» avanza il sindaco. Che afferma di «non essere preoccupato. Tanto la candidatura Unesco che il parcheggio sono scelte condivise da amministrazioni di diverso colore. Il cantiere del parcheggio è stato visto dalla missione di valutazione Icomos: nel sopralluogo ci passarono proprio davanti, era ben visibile». Un aspetto che il sindaco vuole ricordare ai consulenti Unesco. Dato che scrivono: «Il progetto non è menzionato nel dossier in cui si propone l’iscrizione di Bergamo a Patrimonio Unesco e non è stato portato all’attenzione della missione di valutazione». Tutte affermazioni infondate secondo il sindaco: «Il sito Unesco risulta invece molto più protetto e valorizzato con la considerevole diminuzione dell’afflusso veicolare lungo le Mura, le auto potranno entrare in Città Alta solo se ci sarà disponibilità al nuovo parcheggio».

Il commento

Un’opera come il parcheggio della Fara è di quelle importanti, destinate a lasciare un segno nella città e a mutarne nel profondo le abitudini. Normale quindi che possa far discutere, è nella sua stessa natura. A Bergamo, come noto, c’è chi si batte per bloccare una struttura finora mai messa davvero in discussione da nessuna delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 15 anni, peraltro di diverso colore. Il che conferma il fatto che viene ritenuta strategica dalla maggior parte delle persone, perché può rappresentare un primo passo verso una diversa regolamentazione del traffico in una zona complessa e delicata come Città Alta, che per vivere deve rimanere accessibile.

Stupisce semmai che un’autorevole realtà come Icomos, che lavora a stretto contatto con Unesco, formuli i suoi rilievi senza prima verificare dal vivo la situazione o confrontarsi in modo diretto con l’amministrazione.Questo si evince sia dalla replica del Comune che da alcuni passi del documento stesso. Legittimo che l’input sia arrivato da chi si batte per fermare l’opera, ma lascia perplessi il fatto che la partita si giochi così, aggiungendo solo confusione. L’ultima cosa che serve al parcheggio.

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