Pfizer, via libera al vaccino nella fascia tra 12 e 15 anni

Era atteso, quasi scontato, ed è arrivato scevro di colpi di scena. Il via libera che l’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) ha dato alla somministrazione del vaccino Pfizer anche ai giovanissimi tra i 12 e i 15 anni è una svolta fondamentale sulla strada dell’immunità di gregge.

Perché è anche in questo target che si gioca un pezzo decisivo della partita contro il virus: è una parte significativa della popolazione delle scuole, è ancora un’età spesso strettamente a contatto con i nonni, è una platea che pur non avvertendo gli effetti clinici del virus può far da «veicolo». Incassato il placet più importante, quello a livello europeo, ora la strada burocratica è in discesa: «Al massimo entro lunedì lo autorizzeremo», ha spiegato ieri Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, l’agenzia regolatoria nazionale, poi, in quanto alle somministrazioni, «dipenderà dalla disponibilità dei vaccini».

In concreto, siringa in mano, non cambierà nulla rispetto alle procedure attuali (Pfizer era già autorizzato fino ai 16 anni): l’impiego del vaccino «sarà lo stesso delle persone di età pari o superiore a 16 anni», ha specificato Marco Cavaleri dell’Ema. «Gli effetti indesiderati più comuni nei ragazzi di età compresa tra 12 e 15 anni – spiegano dall’agenzia europea – sono simili a quelli nelle persone di età pari o superiore a 16 anni. Includono dolore al sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e articolari, brividi e febbre. Questi effetti sono generalmente lievi o moderati e migliorano entro pochi giorni dalla vaccinazione».

«Un passo importante»
L’estensione dell’autorizzazione di Pfizer anche a questo «scalino» inferiore nella piramide delle età è «un passo importante», sottolinea il pediatra Luigi Greco, componente (e tesoriere) del consiglio dell’Ordine dei medici di Bergamo: «I bambini hanno solitamente una sintomatologia molto lieve della malattia, anche se non sono mancati, seppur rari, eventi con forme più gravi. Soprattutto, però, possono essere veicolo del contagio. Proprio per questo motivo si sta pensando in tutto il mondo a estendere le vaccinazioni anche nelle fasce d’età più basse della popolazione, per completare la messa in sicurezza».

Un passo importante anche per il mondo-scuola: e se per quest’anno scolastico ormai il treno è passato, le inoculazioni estive potrebbero consegnare una ripartenza più sicura a settembre. «Vaccinare questa fascia entro settembre? Potrebbe darsi, ma al momento non ci sono aspetti pratici definiti. La questione organizzativa non è secondaria», specifica Greco. Bisognerà capire appunto come si procederà con le vaccinazioni anche di questa fascia: ci si appoggerà ancora sugli hub massivi o ci si rivolgerà ai pediatri (per i giovanissimi fino ai 14 anni) e ai medici di famiglia (dai 14 anni in su) all’interno di un quadro più capillare? «È al momento prematura la riflessione organizzativa, che ancora non è stata messa in campo. Ma i pediatri non si tireranno indietro», assicura Greco.

Prenotazioni dal 2 giugno
La novità della giornata di ieri porterà a un’ulteriore modifica nella road map della campagna vaccinale, dal livello nazionale a quello locale. I numeri di partenza: i lombardi tra i 12 e i 15 anni sono 390 mila, di cui 46 mila residenti in Bergamasca. Dal 2 giugno (o, come d’abitudine, dalla tarda serata del 1° giugno) è già fissata la partenza delle prenotazioni per l’ultima fascia fino a ieri prevista, cioè i lombardi dai 16 anni (compiuti) ai 29: una platea di oltre 1,3 milioni di giovani, 160 mila dei quali bergamaschi.

Tra l’altro, sul tavolo del generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza, era pronta una circolare che rendeva possibile – a partire dal 3 giugno – la somministrazione (e prima ancora la prenotazione) dei vaccini a tutta la popolazione fino ai 16 anni senza più dover rispettare il criterio delle fasce di età: per la Lombardia di fatto non sarebbe cambiato nulla, perché appunto lo start era già fissato dal 2 giugno.

Entro lunedì, l’Aifa dovrebbe approvare Pfizer ai 12-15enni anche in Italia (Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson restano riservati ai maggiorenni): occorrerà capire – e sul tema si lavora incrociando le anagrafi col calendario delle consegne – se questa novità porterà già immediatamente a un allargamento delle agende per le prenotazioni, oppure se gli appuntamenti per il target 12-15 anni saranno fissati in un secondo momento.

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