Visite e interventi, si spinge sull’acceleratore: da settembre gli ospedali a regime

Liste d’attesa e Case di comunità, per Bergamo 10 milioni dalla Regione.

Si spinge sull’acceleratore: mentre la campagna vaccinale in Lombardia continua senza sosta per alzare un muro contro la variante Delta del virus, mentre gli ospedali mantengono per il momento soglie accettabili di occupazione di posti letto per malati Covid, la Regione Lombardia sceglie di puntare su un’iniezione di fondi per dare risposte agli altri malati di altre patologie e che da troppo tempo ormai si scontrano con lunghe liste d’attesa e la difficoltà di ottenere prestazioni e risposte ai loro bisogni di salute. Ieri, infatti, la Giunta lombarda ha deliberato uno stanziamento di 100 milioni di euro per il contenimento delle liste d’attesa su proposta di Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare. Lo stanziamento approvato è stato reso possibile grazie ai risparmi di gestione dell’anno 2020 che consentono nuovi investimenti nella rete dei servizi.

«Le minori pressioni sui ricoveri ospedalieri e sulle Terapie intensive causa Covid ci permettono – chiarisce Letizia Moratti – di programmare in maniera strategica il piano di ripresa per il secondo semestre 2021. Anche se va rimarcato che da un’indagine di Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, sui dati 2020 rispetto al 2019, la Lombardia nel periodo pandemico ha avuto le migliori performance nei ricoveri urgenti. In modo particolare, va sottolineato che per la chirurgia oncologica l’attività è stata mantenuta costante durante la pandemia su tutto il territorio, sia nelle strutture pubbliche che in quelle private accreditate». Ora si punta a incentivare la ripresa della quotidiana attività ospedaliera, e, attraverso le opportunità della tecnologia, ad avere una ricaduta positiva anche sulle liste d’attesa. Lo stanziamento sarà diviso a metà, in parti uguali, per la sanità pubblica e quella privata. E servirà, sostanzialmente, ad aumentare le prestazioni, sia chirurgiche che ambulatoriali (diagnostica e visite specialistiche), attraverso incentivi per il personale, aprendo più agende e più «slot», anche in orari «allargati», compreso il sabato.

Eguagliare l’era pre-Covid

Gli obiettivi da raggiungere, fissati dalla Regione, sono già chiaramente delineati; le linee di indirizzo (già comunicate ad Asst e Irccs lombardi alla fine di luglio) sono quelle di eguagliare il 100% dell’attività chirurgia programmata nel secondo semestre 2019, ovvero in era pre-Covid (visto che nel 2020, fino all’estate, gli ospedali lombardi erano «concentrati» esclusivamente sull’emergenza pandemica); l’obiettivo andrà raggiunto nell’ultimo quadrimestre di quest’anno. Per l’attività ambulatoriale, è richiesto il raggiungimento del 90% del secondo semestre del 2019 (escluse le prestazioni di pronto soccorso, medicina di laboratorio, anatomia patologica e la neuropsichiatria infantile). Questo «a parità di risorse»: ma se gli organici fossero inferiori a quelli del luglio 2019 sono possibili reclutamenti straordinari di personale medico, in particolare assunzioni a tempo determinato, o attraverso il pagamento del personale già in forze per prestazioni in orari extralavorativi (quindi con sedute di sala operatoria o ambulatoriali e diagnostiche pagate extra). E il «carburante» per spingere verso gli obiettivi fissati arriva dalla delibera di Giunta di ieri che stanzia appunto 100 milioni di euro.

E ci sono anche obiettivi in più, ha spiegato Letizia Moratti: «Per le strutture private sono in via di definizione, mentre per quelle pubbliche l’obiettivo è andare anche oltre il 100% degli interventi chirurgici programmati rispetto al secondo semestre del 2019, con particolare attenzione all’area oncologica e cardiovascolare. In particolare, è stato fissato l’obiettivo di oltre 10.000 interventi chirurgici in più». E questi interventi aggiuntivi sono quelli che rientrano nel Pngla, il Piano nazionale di governo delle liste di attesa, così come è previsto un tetto aggiuntivo anche di visite specialistiche e prestazioni di diagnostica, e che anche in questo caso deve rientrare nelle tipologie indicate dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa.

I tetti minimi

Per quanto riguarda la Bergamasca, per le tre Asst è previsto per le prestazioni aggiuntive uno stanziamento complessivo di oltre 5 milioni di euro: per la precisione 2.077.000 all’Asst Papa Giovanni di Bergamo con un numero aggiuntivo minimo di 500 interventi chirurgici, 2.200 di visite specialistiche, 2.600 di prestazioni di diagnostica per immagini e 200 di prestazioni di endoscopia digestiva), 1.469.000 all’Asst Bergamo Ovest (300 interventi chirurgici, 2.200 visite specialistiche), e 1.488.00 euro all’Asst Bergamo Est (con un numero minimo di 150 interventi chirurgici, 3.600 prestazioni strumentali di diagnostica per immagini).

Le performance di tutte le Asst e degli Irccs, in vista di questa «accelerata» per snellire le liste d’attesa vengono monitorate in modo puntuale. «È già realizzata – ha concluso l’assessore regionale al Welfare – una mappatura di tutte le strutture pubbliche e private e dei tempi di attesa per singola patologia. Tale mappatura consente un’attenta opera di monitoraggio e il Welfare produrrà con cadenza mensile un’elaborazione, individuando le eventuali criticità e la consistenza degli eventuali ritardi». E, ha aggiunto Moratti, si chiarisce che tutte le aziende, Ats e Asst, hanno oggi un completo monitoraggio sui valori di performance, per garantire la massima trasparenza nella gestione degli obiettivi. L’attività riguarda il monitoraggio della performance dei ricoveri ospedalieri, il monitoraggio per la performance di specialistica ambulatoriale e per l’emergenza-urgenza (pronto soccorso e 118).

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