Sulla Bergamo-Brescia l’odissea dei controllori per riscuotere i biglietti - Il viaggio

Abbiamo seguito (a sua insaputa) un addetto di Trenord: tra insulti e spintoni il lavoro non è semplice e il più delle volte chiamare la Polfer è l’unica via d’uscita.

Una linea ferroviaria di confine, senza regole e sulla quale (non è un’esagerazione) bisogna avere qualche timore a viaggiare. Così, sulla base della nostra esperienza diretta, si può definire la Bergamo-Brescia, una linea che collega due delle città più importanti della Lombardia ma che soprattutto nelle corse serali si trasforma in una terra di nessuno. E sulla quale i controllori di Trenord - che fanno pagare il biglietto ai passeggeri trovati senza titolo di viaggio - si trasformano in autentici «eroi civili» esposti a insulti, sputi, spintoni, senza nessuno che li protegga: svolgono infatti il loro turno di lavoro da soli.

È il caso del giovane controllore che (a sua insaputa) abbiamo seguito domenica sera sul Bergamo-Brescia delle 18.06; e poi sul Brescia-Bergamo delle 19.57 su cui si è visto costretto anche a gestire un presunto caso di molestie a una minorenne. «Io cerco di far rispettare le regole perché ci tengo - ha dichiarato alla fine del suo turno -, ma capisco i miei colleghi che non lo fanno e si mettono nella carrozza di testa dove rimangono per tutto il viaggio. Chi glielo fa fare di rischiare?».

La partenza «in salita»
Le sue fatiche domenica sera cominciano già all’inizio del viaggio, sia d’andata che di ritorno. Alle stazioni di Bergamo e Brescia fa salire solo le persone munite di biglietto. Ma sono numerose quelle senza che si assiepano intorno a lui cercando comunque di salire a bordo accampando scuse di vario genere. Una volta partiti, dopo la fermata a ogni stazione, controlla che tutti i nuovi passeggeri abbiano il biglietto. A Chiuduno il primo intoppo: una giovane italiana, in evidente stato di alterazione, ne è sprovvista. Alla richiesta del controllore di abbandonare il convoglio, interviene il ragazzo che l’accompagna e l’affronta a muso duro: «Fatti i cavoli tuoi (eufemismo, ndr), aspetta due fermate che poi scende con me». Solo l’intervento della Polfer, avvisata dallo stesso controllore, convince la giovane a scendere senza mancare però di insultare nel mentre l’addetto di Trenord. Altra fermata, Grumello del Monte (dove il treno resta a lungo fermo nell’attesa del passaggio del convoglio proveniente da Brescia), altro passeggero, questa volta straniero, sprovvisto di biglietto e questa volta pure con la bici. Fotocopia della scena precedente: il viaggiatore che scende, questa volta senza Polfer, dalla carrozza e insulti che fioccano: «Chi c.. ti ha mandato qua?» conclude mentre abbandona la carrozza. «Mi hanno mandato qua - replica il controllore - a sistemare la linea perché nessuno paga».

Il viaggio di ritorno
Ripartiti da Brescia il copione si ripete e la tensione inizia subito a salire con un passeggero di origini straniere che inveisce contro il controllore per aver maggiorato, a suo dire, il costo del titolo di viaggio a un’altra passeggera straniera, mentre in realtà la maggiorazione era dovuta semplicemente al fatto che il biglietto era stato emesso sul convoglio.

Il momento di maggiore tensione, però, si registra prima di Chiuduno, quando sul convoglio esplode una mezza rissa per un episodio di presunte molestie da parte di un viaggiatore a una ragazza di 14 anni, accompagnata da alcuni coetanei. Un gran parapiglia che si conclude con il presunto molestatore invitato a scendere alla stazione di Chiuduno, il controllore che avvisa i Carabinieri e la quattordicenne che abbandona il treno ad Albano decisamente scossa ma non intenzionata a denunciare l’episodio alle forze dell’ordine. Prima di arrivare a Bergamo non manca un ultimo diverbio con un passeggero sprovvisto di biglietto che si risolve anche in questo caso con l’intervento della Polfer : «Abbiamo avvisato tante volte della situazione in cui ci troviamo a lavorare su questa linea, ma purtroppo finora non è cambiato nulla», commenta lo stesso controllore prima di passare le consegne a una collega donna: «Speriamo non le capiti nulla. Non è facile per noi uomini, immagino per una ragazza». Da Trenord, per il momento, nessuna dichiarazione.

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