Un mese fa la proposta dei test a tappeto
Nembro, il sindaco: «Nessuna risposta»

Il primo cittadino Claudio Cancelli: «L’idea è sempre di mappare la popolazione a spese nostre». Intanto, tirata di orecchie a chi (pochi) non segue le regole

Claudio Cancelli, sindaco di Nembro, il 9 maggio ha compiuto 65 anni. Nell’ intervista, però, non c’ è traccia di festeggiamenti: troppo delicato, l’ inizio della fase-2, per pensare a qualcosa che non sia la sua comunità.

Come sta vivendo la vostra città questo momento di transizione?

«Le statistiche suggeriscono che sotto il profilo sanitario il peggio è alle spalle, anche se sappiamo che sul territorio continuano a esserci delle situazioni individuali».

Ci sono state problematiche dal 4 maggio?

«Gran parte della situazione si sta comportando in maniera responsabile, ma non vale per tutti: nell’ ultimo weekend, i feedback che abbiamo avuto da pista ciclabile e sentieri, non sono stati del tutto positivi. Tenendo per affidabili le statistiche di Ats (61% di positività ai test sierologici, ndr) metà della nostra popolazione non avrebbe contratto il virus: serve tenere alta la soglia di attenzione. Così come serve fare i test sierologici che abbiamo già proposto più di un mese fa, e di cui siamo in attesa di una risposta: l’ idea è di mappare la popolazione a spese nostre».

Dal 18 maggio in poi sono tante le sfide che attendono gli italiani. Quali sono le più significative per voi?

«Sono tante, in tutti quanti i settori: l’ obiettivo è riconquistare, giorno dopo giorno, un nuovo pezzo di normalità».

Il Coronavirus ha elevato alla massima potenzia i bisogni del campo sociale. Qual è il quadro nel suo comune,? E quali le misure in atto, anche a lungo termine?

«Ad aprile i decessi sono stati in linea con quelli dello stesso mese del 2019, un decimo rispetto al tragico mese di marzo. Con i soldi statali abbiamo aiutato 252 famiglie integrando quei fondi con le nostre risorse interne: ora siamo in attesa di capire, come tutti, le misure del nuovo decreto».

Lunedì scatta la vera riapertura. Come ha retto il sistema economico sul territorio, e quali sostegni prevede il Comune?

«La preoccupazione è tangibile, ma per ora non abbiamo notizie di aziende che non rialzeranno la saracinesca. La speranza è quello di dare una mano alle attività intervenendo su tassa dei rifiuti e di occupazione del suolo pubblico, ma non sarà semplice: a noi, il lockdown ha comportato uno squilibrio di bilancio tra i 500 e gli 800 mila euro. Anche in quel periodo, a introito zero, le spese vive del nostro personale ci sono state.

Occorre che gli enti superiori snelliscano la burocrazia. Un esempio: dalla Regione, dovrebbero arrivarci 500 mila euro per i lavori pubblici, da utilizzare entro il 30 ottobre. In queste condizioni, sarà una corsa contro il tempo».

Cambierà anche la pianificazione urbanistica. Vi state preparando a riorganizzare gli spazi pubblici?

«In queste ore stiamo spedendo un questionario alle famiglie con ragazzi dagli 0 ai 14 anni: analizzeremo le loro risposte per capire quali possono essere i modi per progettare la riapertura di nidi, scuole e forse dei Cre. Senza dimenticarci che Nembro è molto altro: il teatro Modernissimo, la biblioteca, gli anziani, il Centro sportivo Saletti e le piazze».

C’ è qualcosa che si pente di aver fatto o di non aver fatto?

«È difficile rispondere. Forse, visto la generosità e la passione che la nostra comunità ha messo in gioco nell’ affrontare questa emergenza, il rammarico è non essere riuscito a ringraziare ogni persona che si è impegnata per gli altri e non essere riuscito a parlare con ogni famiglia che ha avuto la perdita di una persona cara. Avrei voluto fare di più e non sempre sono riuscito a trovare il tempo».

Chi si sente di ringraziare in modo particolare?

«Le tantissime persone che si sono messe in gioco, la mia comunità che ha dimostrato dignità e forza anche nei momenti più difficili».

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