Tra una nuvola di vetro e una passeggiata sulle conchiglie: alla Gamec «Nulla è perduto»

«Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione» curata da Anna Daneri e Lorenzo Giusti, alla Gamec di Bergamo resterà aperta tutti i giorni dale 10 alle 19 dal 26 dicembre al 9 gennaio.

Si tratta del secondo capitolo della Trilogia della Materia, un progetto espositivo pluriennale inaugurato nell’ottobre 2018 con la mostra «Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile».

Il progetto coinvolge storici dell’arte, curatori, filosofi e scienziati per affrontare un discorso trasversale attorno al tema della materia. Le quattro sezioni della mostra – Fuoco, Terra, Acqua e Aria – riferiscono agli elementi naturali, intesi come stati di aggregazione della materia, e ne sondano le relazioni e le trasformazioni: fuoco/stato ardente; terra/stato solido; acqua/stato liquido; aria/stato gassoso.

Abbiamo fatto una visita guidata insieme a Lorenzo Giusti, direttore della Gamec e co-curatore della mostra.

L’esposizione raccoglie opere di periodi diversi tra loro, dalle creazioni dada e surrealiste, indicative dell’interesse di alcuni autori – come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray o Leonora Carrington – per il tema dell’alchimia,alle produzioni di alcuni tra i più importanti esponenti delle neoavanguardie – da Yves Klein a Otto Piene, da Robert Smithson ad Hans Haacke – includendo le composizioni di alcuni artisti affini alle poetiche dell’Arte Povera – Pier Paolo Calzolari e Paolo Icaro –, opere scultoree e installazionidi autori emersi negli anni Ottanta – come Rebecca Horn o Liliane Lijn – fino ad arrivare alle ricerche recenti di alcuni tra i più significativi artiste e artisti internazionali delle ultime generazioni, come Olafur Eliasson, Wolfgang Tillmans, Cyprien Gaillard, Otobong Nkanga, Erika Verzutti e numerosi altri.

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