Alunni «separati» alla mensa
Nessun dietrofront a Cenate Sotto

I bambini non residenti ancora esclusi dalla mensa alla scuola primaria: costretti a portare un panino da casa. La Giunta divisa sul dietrofront a due mesi dalla delibera.

A Cenate Sotto tornano ad accendersi i riflettori sul caso dell’esclusione dei bambini non residenti dalla mensa della scuola primaria. Ma non per annunciare il dietrofront dell’amministrazione comunale, come sembrava dopo le dichiarazioni del sindaco Giosuè Berbenni quanto per «congelare» il provvedimento in attesa di un ulteriore decisivo confronto. La Giunta comunale infatti si è riunita e ha fatto il punto della situazione, ma a quanto pare non si è trovata una posizione unanime. Infatti il sindaco venerdì 9 novembre nel pomeriggio ha affermato: «Attendiamo un nuovo confronto con la dirigente scolastica su questo tema per valutare il da farsi».

Il dietrofront è quindi congelato e si attende il confronto con la dirigente dell’istituto comprensivo Paola Maria Raimondi che è previsto per giovedì 15 novembre durante la riunione della Giunta. A distanza di oltre due mesi dall’inizio dell’anno scolastico, la delibera tanto discussa resta ancora in vigore.

La Giunta vuole prendere tempo prima di compiere un passo definitivo. Berbenni si è detto fortemente intenzionato ad andare oltre la delibera «per ragioni giuridiche, educative e politiche, e per dare la possibilità agli iscritti di usufruire del servizio mensa» e ricorda che a settembre è stata emessa una sentenza del Consiglio di Stato secondo cui «i servizi di ristorazione sono considerati parte integrante delle attività formative ed educative della scuola».

Ma non tutti in Giunta la pensano così. Per questo motivo il primo cittadino «venendo a mancare l’accordo di tutta la Giunta, sentiremo nuovamente la dirigente scolastica. Giovedì sarà un momento chiave in questa vicenda».

Dall’altro lato Berbenni ricorda le motivazioni della delibera sottolineando che non c’è nessun intento di discriminare gli alunni che provengono da fuori paese: «Non è una questione economica, ma logistica legata al timore che ci sia un “assalto alla diligenza” e venga meno la qualità del servizio per i residenti».

Il caso Cenate Sotto non è isolato: a Grumello del Monte era scoppiato un caso simile nel 2010. L’amministrazione leghista con un regolamento aveva chiuso le porte della mensa scolastica ai non residenti, ma dopo la protesta di un genitore - era l’unico caso in paese - era stata concessa una deroga .

A Cenate Sotto, ad oggi, i bambini residenti consumano il pranzo stabilito da Ats in mensa e nella stessa stanza, su un altro tavolo, i non residenti mangiano il loro panino portato da casa. Come a Grumello, sono arrivate critiche dai genitori dei bambini coinvolti. In tutto sono 12 bambini e di questi 6 hanno chiesto di poter usufruire del servizio di ristorazione scolastica.

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