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Habilita apre le porte
alla terapia del dolore

Il nuovo servizio al Poliambulatorio San Marco Bergamo. Il dott. Allegri: «Un trattamento consigliato a chi soffre di dolori articolari, mal di schiena e sciatalgie»

È partito ad aprile in Habilita Poliambulatorio San Marco Bergamo il nuovo servizio di terapia del dolore con il dottor Massimo Allegri, anestesista e terapista del dolore. Un servizio nuovo che amplia ulteriormente l’offerta di Habilita nel suo centro di piazza della Repubblica 10.


A chi si rivolge questo servizio?
«Si tratta di un servizio rivolto a tutti: erroneamente si pensa che sia indicato soprattutto agli anziani. In realtà è vero che gli anziani soffrono più spesso di dolore cronico, ma questo è un servizio rivolto anche e soprattutto alle persone giovani o in età lavorativa. La terapia serve non tanto a non sentire più il dolore, ma ad avere una buona qualità di vita».

In cosa consiste la terapia del dolore?
«L’obiettivo è quello di gestire il dolore della colonna e il dolore articolare. In molti confondono la terapia del dolore con le cure palliative: è importante comprendere invece che quello che viene proposto in questo ambulatorio è uno studio per la diagnosi del dolore e il suo trattamento».

Quali sono le patologie più frequenti per le quali è consigliato questo trattamento?  
«La maggior parte dei pazienti che necessitano di sottoporsi alla terapia del dolore solitamente soffrono di dolore alla colonna vertebrale (ma di collo, lombosciatalgia, sciatalgia…) e dolori articolari. È importante ricordare che parliamo di patologie per le quali non siano presenti delle indicazioni chirurgiche. Faccio un esempio: se è presente un dolore ad un ginocchio la prima cosa da fare è andare a farsi visitare da un ortopedico per capire se è il caso di farsi operare. Nel caso non fossero presenti le condizioni per un intervento, allora si parla della terapia del dolore. Per quanto riguarda la colonna, all’inizio si fa una diagnosi e, in collaborazione con il neurochirurgo, si cerca di evitare, se possibile, un intervento chirurgico. Si accompagna quindi la parte riabilitativa cercando di togliere il dolore».

Per quale patologia consiglia questa terapia?
«Il mal di schiena è sicuramente quella più diffusa: chi ne soffre dovrebbe entrare in un percorso di diagnosi e cura multidisciplinare del dolore. Un percorso che in Habilita è possibile effettuare. Esistono poi altre patologie per le quali è utile affidarsi alla terapia del dolore: parlo del diabete con le neuropatie oppure le patologie artrosiche croniche generalizzate in cui la terapia del dolore offre sicuramente un vantaggio molto importante».

Anche alcuni pazienti reduci dal Covid possono avere dei benefici da questo trattamento?
«Il Covid è un capitolo importante legato alla terapia del dolore. Molto spesso i pazienti che ne escono hanno dei residui di fatica e dolore. In questi casi l’approccio tra fisioterapista, fisiatra e terapista del dolore permette di studiare un’efficace diagnosi e un trattamento specifico personalizzato».

Come si svolge il percorso all’interno dell’ambulatorio?
«Dopo la prima visita viene effettuata una diagnosi del dolore e poi si imposta un percorso composto da infiltrazioni e da un ciclo riabilitativo. Naturalmente la terapia del dolore deve essere personalizzata sul singolo paziente per avere efficacia. L’importanza della prima visita consiste nel determinare il percorso più veloce possibile per tornare al benessere precedente».

Come deve essere considerata dai pazienti questa terapia?
«Attualmente, 1 domanda su 3 che viene rivolta al medico di medicina generale legata all’assenza dal lavoro è relativa al mal di schiena. La terapia del dolore non deve quindi essere vista come una cosiddetta “ultima spiaggia” per risolvere il problema, ma come uno strumento utile per garantire il benessere della colonna. Una persona che soffre di mal di schiena che gli impedisce di camminare o di lavorare grazie a questo tipo di trattamento può tornare nella sua condizione precedente. Altro elemento da considerare è il dolore nello sportivo: in questi casi la terapia del dolore serve a gestire anche dal punto di vista farmacologico con infiltrazioni di primo e secondo livello il dolore in modo che si possa poi fare riabilitazione e tornare alle prestazioni precedenti».