Trenta minuti

Anche il sonno può essere un argomento di lettura interessante, specie se avete la sensazione che il vostro, di sonno, incomincia a presentare qualche problema. Ecco perché mi sono letto da cima a fondo tutta la spataffiata di una ricerca sull’argomento senza provare il minimo sintomo di... sonnolenza.

Statisticamente parlando, per me, le notizie non sono buone. Appartengo infatti al gruppo demografico che, secondo la ricerca, ha più difficoltà a dormire: maschio, di mezza età. Sarà forse perché la definizione stessa di “maschio, di mezza età” è sufficientemente triste da togliere il sonno, ma sta di fatto che, fatti due conti, è proprio questa “categoria” a dormire meno la notte. C’è un altro mistero, oltretutto, a tenerci svegli: le donne riescono a dormire di più. Questo vale per tutte le età, compresa quella “mezza” cui si accennava più sopra. Le donne, in media, dormono mezz’ora più degli uomini.

Togliamo di mezzo gli equivoci: le donne non dormono di più perché stanno di più a letto, anzi. Dormono di più perché letteralmente, la notte, dormono di più. Gli uomini, invece, che fanno? La differenza sta tutta in quei trenta minuti. Anche le donne, credo, prima di chiudere gli occhi passano confusamente in rassegna la giornata, pensano ai momenti belli e si sforzano di liquidare quelli brutti. Al mattino, in quel cuscinetto di tempo che, spesso, è concesso da un repentino risveglio prima che tocchi all’allarme del telefonino o alla classica sveglia di dire la loro, anche le donne penseranno a come affrontare la giornata. Restano i trenta misteriosi minuti: a che cosa penseranno gli uomini in quella mezz’ora di veglia tutta per loro? Quali pensieri clandestini coltiveranno, quali fantasie lasceranno correre a briglia sciolta?

Io, da parte mia, so bene a cosa penso in quei minuti. A questo: ero un ragazzino e adesso sono un maschio di mezza età che non dorme. Che cosa diavolo sarà successo?

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