Al Secco Suardo scuola in campo contro l’anoressia

Avviare un percorso di formazione per genitori e docenti per dare loro gli strumenti necessari per cogliere i segnali di disagio dei propri figli e studenti nell’ambito dei disturbi alimentari; costruire un rete di dialogo e di confronto tra adulti e strutture specializzate che operano sul territorio per affrontare i problemi di anoressia e bulimia. Questi gli obiettivi del progetto messo in campo dall’istituto scolastico Secco Suardo, un’iniziativa sostenuta dal dirigente Giuseppe Pezzoni e attuato in collaborazione con il «Centro per i disturbi del comportamento alimentare» della Casa di cura Palazzolo diretto da Angelo Amaglio.Il percorso, articolato in due fasi, prevede un primo momento di formazione per gli adulti, seguito, poi, dall’avvio di una sportello di consulenza per l’individuazione dei casi a rischio all’interno della scuola. Il percorso di formazione, attuato a ottobre per 20 docenti e 20 genitori rappresentanti di classe e del Comitato genitori, si concluderà martedì con l’incontro in programma alle 21 a scuola e tenuto dall’équipe del Centro della Palazzolo: l’ultima serata sarà aperta a tutti coloro che, genitori e docenti, vorranno partecipare. «Questa prima fase – sottolinea Delfina Maffeis, docente di psicologia al Secco Suardo e responsabile del progetto per la scuola – aveva l’obiettivo di sviluppare un’adeguata sensibilità alle problematiche dei disturbi alimentari, costruire una cultura sufficiente rispetto al problema, con alcune regole minime per preparare adulti competenti e capaci di cogliere la patologia all’inizio del suo manifestarsi».La seconda fase del progetto prevede l’avvio di uno sportello interno alla scuola, coordinato da Maffeis e con la supervisione dell’équipe della Palazzolo, che avrà compiti di consulenza per docenti e genitori sui singoli casi, per sostenere educatori e adulti nella prima fase di «aggancio» dei ragazzi con problemi di disturbi alimentari e con l’obiettivo finale dell’invio dei casi a rischio o degli adolescenti che necessitano di cure ai centri specializzati che operano sul territorio. «La scuola e le famiglie – spiega Maffeis – non hanno e non possono avere compiti di diagnosi e di cura. Il compito del servizio offerto dalla scuola è quello di individuare casi che potenzialmente possono presentare problemi di disturbi alimentari e proporre il loro trasferimento ai centri preposti per una presa in carico da parte di personale specializzato. Il mio compito sarà, quindi, quello di fare da raccordo tra famiglie, docenti e i centri che operano sul territorio. L’obiettivo è costruire una rete di dialogo su una problematica che investe sempre di più il mondo degli adolescenti».«Il percorso di formazione – aggiunge Simone Raineri, coordinatore del Centro della Palazzolo – ha l’obiettivo di far conoscere e sensibilizzare al problema: è importante che da parte degli adulti ci sia un’attenzione adeguata per evitare sottovalutazioni, ma anche per coglierlo nella sua giusta dimensione. Ora si tratta di costruire un percorso di confronto per arrivare al momento della diagnosi e della cura da parte delle strutture preposte».(02/11/2008)

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