L'Aler mette in vendita le case
Inquilini preoccupati: «E noi?»

«Abbiamo sempre pagato all'Aler quanto dovevamo per l'affitto, non abbiamo mai protestato o creato problemi, abbiamo sempre tenuto in ordine l'appartamento facendo anche degli interventi pagati di tasca nostra. Ma ora rischiamo di essere sbattuti fuori casa perché non abbiamo tutti i soldi sufficienti per acquistare le mura nelle quali viviamo da quasi mezzo secolo e che l'Aler mette in vendita».

Anna Taschini ha le lacrime agli occhi mentre dà sfogo a tutte le preoccupazioni sue e del marito, Giuseppe Gavazzeni, 82 anni. La coppia, dopo 47 anni vissuti in via Galilei, zona Monterosso, in uno degli appartamenti dell'attuale Azienda lombarda per l'edilizia residenziale di Bergamo, teme di dover fare a breve un trasloco assolutamente non voluto.

Il tutto ha origine dalla legge regionale 27/2007 e conseguente delibera n° VIII/10278 della giunta regionale lombarda che, il 7/10/2009, ha approvato il primo stralcio del programma di valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica (piano vendita) degli alloggi di proprietà dell'Aler: in buona sostanza, l'Aler può mettere in vendita parte dei suoi appartamenti, situati in palazzine che in passato erano già state teatro di vendite analoghe. I destinatari della proposta di acquisto hanno tempo sei mesi per dare una risposta. Nel caso non si accetti, l'Aler proporrà loro una proposta di mobilità, il che significa il trasferimento in un altro appartamento, sempre dell'Aler, che la legge dice sia nelle immediate vicinanze: però le garanzie in questo senso mancano.

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