Palosco: gli negano il mutuo
sequestra titolare della finanziaria

Si sentiva truffato dall'agenzia finanziaria a cui aveva versato 2.700 euro senza riuscire a ottenere il mutuo promesso. Così T. A., 26 anni, piastrellista albanese, regolare e residente a Palosco, per tornare in possesso del denaro non ha trovato di meglio che tenere segregato per alcune ore il titolare dell'agenzia, minacciandolo di morte se non gli avesse restituito i 2.700 euro.

La disavventura è finita con l'arresto dell'albanese, finito in carcere con l'accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione. L'episodio è accaduto lunedì pomeriggio in provincia di Brescia, tra Pontoglio e Palazzolo ed è l'ultimo atto di una vicenda che prende le mosse tre anni fa.

È nel 2007 che, infatti, T. A. si rivolge a un'agenzia finanziaria di Brescia per l'istruzione di una pratica per un mutuo da una banca che l'albanese vorrebbe accendere per acquistare un immobile. Il piastrellista versa 2.700 euro per la prestazione, ma il mutuo non viene erogato perché il rogito non è stato effettuato entro i sei mesi previsti. L'anno seguente la stessa agenzia, che nel frattempo si è trasferita da Brescia a Lonato, accoglie la richiesta di T. A. e istruisce gratuitamente una seconda pratica: ma anche questa volta non va a buon fine. L'albanese decide così di rivolgersi a un'agenzia immobiliare di Pontoglio. E stavolta i soldi del mutuo arrivano.

T. A. è felice per il buon esito, ma allo stesso tempo comincia a sospettare di essere stato truffato dalla società finanziaria che per due volte non era stata in grado di procurargli il prestito.

Inizia così la pressione sul proprietario dell'agenzia di Lonato, un 34 enne bresciano di Gussago. Lunedì, tra una minaccia e l'altra, l'albanese strappa un appuntamento al titolare della società finanziaria. Il rendez vous avviene a Pontoglio, nella sede dell'agenzia immobiliare, dove l'albanese si presenta con un connazionale. T. A. reclama i 2.700 euro versati e, spalleggiato dall'amico, minaccia pesantemente il 34enne. Gli dice che non tornerà a casa, che finirà sciolto nell'acido. Per circa due ore i due albanesi lo costringono a rimanere con loro, mentre il titolare dell'agenzia immobiliare di Pontoglio, all'oscuro delle intenzioni dei due, viene messo nelle condizioni di non fare nulla.

 La pressione psicologica e le minacce vanno avanti per un paio d'ore, fino a quando il 34enne non è costretto ad ammettere il presunto torto e a chiamare la sua socia, una 35enne, perché porti i soldi reclamati dal piastrellista. Il professionista è in lacrime, appare terrorizzato, la prega di accontentare le richieste di T. A. La donna si rivolge però alla polizia. Che, con gli agenti della squadra mobile bresciana, organizza un appuntamento-trappola, in via Piemonte a Palazzolo, frazione di Sam Pancrazio, nei pressi del casello dell'A4. Dove la donna si presenta al volante di un'auto in cui è nascosto un poliziotto. Altri agenti sono nei paraggi. Subito dopo la consegna del denaro entrano in azione gli agenti. Il 34enne si rifugia nell'auto della socia, i due albanesi fuggono. Per fermarli i poliziotti sparano due colpi di pistola in aria. T. A. viene bloccato e arrestato. Il complice riesce invece a dileguarsi: è ancora ricercato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA