Parto e depressione: più a rischio
le donne che vivono da sole

Alla depressione post parto sono più soggette le mamme che vivono sole, quelle che magari non sono sufficientemente sostenute dai loro mariti, magari per impegni di lavoro, e quelle che hanno una certa predisposizione psicologica. È quanto spiega Claudio Rozzoni, direttore del Centro per il bambino e la famiglia dell'Asl di Bergamo dopo la presentazione ufficiale dei dati emersi dal progetto per la prevenzione e la cura della depressione post parto.

Per capire di essere un soggetto a rischio è meglio agire prima del parto: attraverso un questionario - che le donne in gravidanza possono trovare dai pediatri o nei punti nascita - una futura mamma può mandare un segnale agli esperti, che potranno così riconoscere il rischio e indirizzare la donna verso la giusta terapia.

La prevenzione, spiega infatti Claudio Rozzoni, parte proprio dalla capacità dei servizi, come quello dell'Asl, di intercettare il più presto possibile le mamme che sono a rischio di depressione, e quindi muoversi per tempo e nel modo più corretto.

Dallo studio presentato emerge un dato importante: dalla depressione post parto, se presa precocemente, si può guarire. Le mamme poi - ed è un dato positivo, un segno di attenzione al problema delle donne bergamasche - gradiscono il servizio offerto e non lo interpretano invece come stigmatizzente: per questo usufruiscono del servizio che viene offerto.

Le donne che in Bergamasca hanno intercettato il servizio sono un migliaio: se la patologia colpisce a livello mondiale il 10-15% delle mamme, a Bergamo la percentuale sembra più rassicurante, vicina al 7,5%. «Non abbiamo degli elementi sicuri - spiega Rozzoni - per fare delle considerazioni statistiche significative: probabilmente dipende dalla capacità di intercettare il problema prima che si manifesti».

Per il futuro l'intenzione è quella di consolidare l'offerta, per arrivare a conoscere la situazione di tutte le donne bergamasche che devono  partorie.

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