Il torrente Quisa è agonizzante
A Paladina urgono interventi

I soliti ignoti che considerano i torrenti locali (in questo caso il Quisa) ricettacoli per sbarazzarsi di rifiuti, liquami e sostanze inquinanti. La segnalazione di comportamenti di scarsa coscienza ecologica arriva da un cittadino di Paladina, Giuseppe Bonalumi, a suo dire discreto frequentatore del Parco dei Colli e amante della natura che racchiude. Pochi giorni fa ha assistito a uno spettacolo deplorevole lungo l'alveo del torrente Quisa all'altezza del ponte di via 2 Giugno a Paladina.

«L'acqua – racconta Bonalumi – era di un colore indescrivibile e la corrente trasportava un gradissimo numero di pesci morti e altri che sbattevano convulsamente». Una scena che contrastava con quando visto 150 metri a valle dal ponte di via Monte Grappa dove, nonostante gli acquazzoni da poco conclusi, «l'acqua era ancora abbastanza trasparente con la fauna acquatica in piena vitalità». Da qui la logica conclusione di Bonalumi: «È chiaro che qualche incosciente, per non dire criminale, ha immesso qualche sostanza altamente velenosa provocando questo disastro che ho documentato con la fotocamera del cellulare».

Dell'incresciosa situazione, Bonalumi, ha portato a conoscenza il sindaco Oscar Locatelli e l'Ufficio tecnico il quale ha assicurato che avrebbe informato chi di dovere. Il sopralluogo di Bonalumi è continuato nei giorni successivi. «Percorrendo il solito percorso lungo il Quisa – riprende – ho potuto riscontrare che dall'inizio della pista ciclabile, sotto il monte di Sombreno, i pesci sono ancora presenti, mentre nella zona del ponte di via 2 Giugno non v'è più nemmeno l'ombra. Ciò significa che l'inquinamento è avvenuto a valle della pista ciclabile».

Per il sindaco Locatelli il problema, annoso, è il torrente Bondaglio (altro affluente del Quisa) dove per un tratto a Sorisole confluiscono ancora acque nere (scarichi domestici di lavatrici per esempio) invece delle sole acque bianche (soprattutto di origine meteorica). Ma la situazione non cambia.

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