«Un uomo prezioso, ci mancherà»
Il ricordo di Fausto Bossetti

Una tragedia che lascia sgomenti. È questa la prima reazione che accomuna quanti, amici e colleghi, dirigenti del gruppo Sesaab, hanno appreso ieri della morte in montagna di Fausto Bossetti, da oltre trent'anni dipendente della società.

Una tragedia che lascia sgomenti. È questa la prima reazione che accomuna quanti, amici e colleghi, dirigenti del gruppo Sesaab, hanno appreso ieri della morte in montagna di Fausto Bossetti, da oltre trent'anni dipendente della società, all'interno della quale ha svolto una intensa carriera lavorativa, dai banchi della tipografia, nel 1979, fino ai ruoli di direttore operativo de «L'Eco di Bergamo» prima, del «Cittadino» di Monza poi e infine della «Provincia» di Como. Bossetti era anche responsabile della gestione degli immobili del gruppo Sesaab.

Una morte improvvisa, la sua. Durante un'escursione sulle montagne che amava, come era noto tra chi lo conosceva. «Aveva una grande passione per la montagna - conferma il presidente della Sesaab, Emilio Moreschi -, teneva molto a quel mondo e al Cai».

«E vi si accostava sempre con passione e grande rispetto, in modo avveduto e con la preparazione adeguata», aggiunge l'amministratore delegato Massimo Cincera, ricordando tra l'altro di aver condiviso con Bossetti e altri colleghi diverse escursioni.

Domenica, però, qualcosa ha girato storto e un fatto imponderabile ha determinato la tragedia. «Perdiamo una persona - dice ancora il presidente Moreschi - con una forte carica umana e che ha dimostrato nella sua lunga carriera lavorativa un forte attaccamento alla società, nella quale ha ricoperto tutti gli incarichi che gli sono stati affidati con generosità e intelligenza, mettendo a disposizione la grande esperienza maturata sul campo».

«Bossetti - ricorda l'amministratore delegato Cincera, che sottolinea un pensiero particolare e "un abbraccio" per la moglie e i figli di Fausto Bossetti, Enrica, Marco e Sara - ha avuto una carriera professionale di alto livello. È stato assunto nel 1979 come tipografo e nel 1998 è diventato dirigente, prima direttore tecnico, poi direttore operativo de L'Eco di Bergamo. Nel 2007 è diventato direttore operativo del "Cittadino" di Monza e attualmente lo era per la "Provincia" di Como. Fausto era appassionato del suo lavoro, la Sesaab gli deve molto e anche io personalmente: appena sono arrivato è stato il collaboratore più prezioso, mi ha aiutato a gestire L'Eco. Anche quando gli ho chiesto di occuparsi delle altre testate del gruppo ha dato sempre massima disponibilità».

La passione nel lavoro è un dato ricordato un po' da tutti quanti hanno condiviso tratti di strada, in Sesaab, con Fausto Bossetti. Così, ad esempio, Emilio Zanetti, già presidente della società, sottolinea «l'apprezzamento per quello che ha sempre fatto, il suo impegno e la professionalità. L'ho sempre stimato  aggiunge – e adesso sono davvero colpito da questa sciagura».

Anche un altro ex presidente Sesaab,Mario Ratti, sottolinea come Bossetti fosse «un collaboratore prezioso, un vero punto di riferimento sul piano tecnico. Una persona ragionevole, capace, con la quale ho condiviso molti momenti, anche quelli difficili legati ai dolori vissuti in famiglia». Il pensiero è alla tragica perdita di un figlio, che ha colpito la famiglia Bossetti nel 2002.

«Chiunque gestisce un'azienda si augura un collaboratore come Fausto Bossetti», aggiunge Federico Manzoni, già consigliere delegato Sesaab. «Abbiamo lavorato insieme tantissimi anni - ricorda commosso - e siamo diventati amici. Aveva amore per il suo lavoro e amore per "L'Eco di Bergamo", cui si è dedicato senza risparmio di energie. Con intelligenza, lealtà, entusiasmo e capacità».

«Mi sono accorto da subito delle sue doti - racconta al telefono Paolo Tarchini, storico capo della tipografia de "L'Eco" - fin da quando l'ho visto, quasi ventenne, arrivare in tipografia. Era in gamba e anche un bravo ragazzo. Ha dimostrato di essere un grande tecnico. Monsignor Spada mi sollecitava a scegliere il mio sostituto e avevo visto in Bossetti le capacità per affrontare i problemi e gestire le nuove tecnologie. Quando sono andato in pensione, nel 1995, dopo 55 anni di "Eco", ha preso il mio posto».

E Livio Gusmini, un collega di tipografia, proto ormai in pensione da qualche anno, conferma: «Bossetti ci sapeva fare. Abbiamo lavorato insieme 25 anni e lui ha fatto una carriera importante. Era un uomo forte e capace».

Chi ha lavorato fianco a fianco con Bossetti per anni e fino all'ultimo giorno è Gian Battista Pesenti, direttore amministrativo del gruppo Sesaab. «Siamo amici da tantissimi anni - dice ancora sconvolto dalla notizia della morte - e abbiamo condiviso tutti i passaggi del gruppo, con ruoli diversi ma un comune impegno. Era un ottimo dirigente e anche una persona amabile».

«Senza parole» si dice Luigi Losa, direttore responsabile del «Cittadino» di Monza, di cui Bossetti è stato direttore operativo per alcuni anni. «Sono rimasto incredulo quando ho saputo della tragedia», aggiunge. Poi ricorda: «Ho conosciuto Bossetti nel 2006, durante il passaggio di proprietà della testata, ed è stato un riferimento fondamentale in una fase davvero delicata. È stato con noi per impostare il nuovo sistema editoriale e la gestione dei rapporti con la tipografia. Ha anche avviato la ristrutturazione della sede. Un lavoro intenso, gomito a gomito, nel quale ho potuto apprezzare il grande attaccamento di Bossetti al gruppo Sesaab. Era un uomo fermo nelle decisioni, ma schietto e cordiale. Siamo tutti tristi per la perdita, anche i redattori che l'hanno conosciuto».

Tristezza è il sentimento che riferisce anche Giorgio Gandola, direttore della «Provincia» di Como «esterrefatto per una tragedia che spezza in modo traumatico un'armonia quotidiana. Avevamo già progettato - racconta - le riunioni della prossima settimana, dovevamo parlare di web, di budget 2011...». Bossetti era il riferimento aziendale per la «Provincia» e - insiste Gandola - «era una persona indispensabile nella nostra quotidianità. Ci ha guidati e aiutati in momenti difficili con esperienza ed equilibrio. Davvero una persona di grande qualità».

Alberto Campoleoni

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