Il giallo di villa Trussardi:
«La fotografai per Bergonzo»

«Ho visto quella foto sulla pagina che avete fatto, quella sulla villa del Bergonzo. La foto di quella villa l'ho scattata io, mi ricordo benissimo. Facemmo un servizio fotografico su quella villa di via Diaz perché ce l'aveva chiesta proprio l'architetto Bergonzo. Noi lavoravamo da tanti anni per Bergonzo. Guardi, sono andato a vedere in archivio e guardi che cosa ho trovato».

Sandro Da Re ha ottantotto anni, portati con disinvoltura. Da Re ha chiamato il giornale dopo avere letto il servizio dedicato alla Villa Trussardi e alla questione relativa alla sua attribuzione: progettata dal Bergonzo, come si è sempre saputo in città, oppure progettata dall'ingegner Primo Colombo Zefinetti, come risulta dalla pratica edilizia conservata in Comune? Il servizio cercava di fare luce in quello che sembra un vero, piccolo «giallo». In gioco c'è la conservazione o meno della villa. Esiste una richiesta di demolizione per costruire al suo posto un piccolo condominio.

Sandro Da Re parla nel suo studio di Longuelo: «Eravamo i fotografi dell'architetto Bergonzo. Ecco, questo è il nostro registro, lui è il B54, e qui ci sono tutte le fotografie che abbiamo fatto per lui: la Casa del Fascio (oggi Palazzo della Libertà), la Reggiani, la Villa Trussardi... mi ricordo bene che le fotografie della Villa di via Diaz le chiese lui, vede, era il 1958, è scritto sulla scheda. Ricordo bene perché andai io a fare quella fotografie. E mi ricordo che anche la statua del giovane con i frutti in testa è di Ajolfi, almeno come bozzetto. Ajolfi ne fece molte simili... ».

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