Consorzio di Bonifica, legge iniqua
«Pagano solo alcuni contribuenti»

Modificare la legge regionale in tema di Consorzi di Bonifica. E' quanto chiedono Umberto Dolci e Pietro Roberti, eletti Consiglieri del Cda del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca in rappresentanza della Lista Cittadini & Consumatori.

Modificare la legge regionale in tema di Consorzi di Bonifica e di conseguenza tutelare il territorio. E' quanto chiedono Umberto Dolci e Pietro Roberti, eletti Consiglieri del Cda del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca in rappresentanza della Lista Cittadini & Consumatori.

In una lettera inviata al Presidente della Regione Roberto Formigoni e ai consiglieri regionali eletti nella Circoscrizione di Bergamo, Dolci e Roberti evidenziano anzitutto le finalità del Consorzio: «la sicurezza idraulica del territorio; l'uso plurimo e la razionale utilizzazione a scopo irriguo delle risorse idriche; la provvista, della regimazione e della tutela quantitativa e delle acque irrigue; il risparmio idrico; l'attitudine alla produzione agricola del suolo e delle produzioni agro-zootecniche e forestali; la salvaguardia e la valorizzazione del territorio e delle sue risorse; la promozione e realizzazione di azioni e attività di carattere conoscitivo e divulgativo, e che il Consorzio espleta le funzioni e i compiti attribuitigli dalle disposizioni legislative e regolamentari, ovvero che siano comunque necessari al conseguimento dei propri fini istituzionali».

Ciò premesso, i firmatari «chiedono di farvi interpreti della situazione di palese iniquità che vede il Consorzio medesimo svolgere un servizio utile alla comunità intera ma, per la parte riguardante i costi sostenuti per la tutela del territorio, fatto pagare soltanto a coloro i quali sono proprietari di immobili compresi nel perimetro del Consorzio (circa 100 comuni sui 244 della ns. Provincia)».

«In tale contesto gli scriventi suggeriscono di modificare la Legge regionale in modo tale da limitare l'imposizione dei tributi ai beneficiari di servizi diretti e dimostrabili (veicolazione e distribuzione delle acque irrigue e approvvigionamento di acqua alle imprese produttive). Per sostenere la parte rimanente dei costi sostenuti per la realizzazione e la manutenzione delle molteplici attività previste tra le funzioni a carico del Consorzio, opere che attualmente si iscrivono a bilancio sotto la voce “bonifica”, si propone di attingere alla fiscalità generale. L'occasione per risolvere la controversa questione derivante dalla situazione in atto, che tra l'altro comporta l'onere economico necessario per resistere nei diversi gradi di giudizio ai ricorsi delle centinaia di Cittadini che accusano il Consorzio di non produrre dei “benefici effettivamente conseguiti” dai contribuenti, è data dalla prossima scadenza elettorale (dicembre 2012)».

«In merito alla “scadenza elettorale”, se non si vorrà tenere in considerazione la nostra proposta di snellimento del Consiglio e relativa rappresentanza, segnaliamo comunque come inopportuna la facoltà data ai Consigli di amministrazione in carica di scegliere il numero di consiglieri da eleggere per il prossimo mandato. Questo ha già scatenato gli appetiti di coloro i quali, in virtù del sistema elettorale proposto e dei numeri a loro disposizione, vogliono che siano eletti il maggior numero di consiglieri possibile. In sfregio alle raccomandazioni di restrizione degli organismi decisionali».

«Noi non capiamo - aggiungono Dolci e Roberti - a che servano, in un CDA come quello del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca, il più piccolo dei Consorzi della Lombardia, 15 consiglieri di cui 12 eletti + 3 nominati. Con l'obiettivo esplicito di avere fra gli eletti 8 persone che siano rappresentanti del mondo agricolo e/o che vi facciano riferimento. In sostanza, se la scelta dovesse essere quella di privilegiare il concetto per cui, su 240.000 consorziati 26.000 esprimono i 2 terzi del CDA e gli altri 214.000 soltanto il terzo rimanente, ci ritroveremmo anche in questa situazione in condizioni di palese squilibrio democratico. Si tratterebbe di un sistema premiante per censo».

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