Bergamo resta verde: martedì
la serata dell'orgoglio lumbard

«All'11 settembre della Lega noi reagiremo come gli americani. Oggi non c'è rassegnazione, ma "Rabbia e orgoglio" di appartenenza»: Giacomo Stucchi, parlamentare bergamasco della Lega Nord, cita in modo esplicito il titolo del libro di Oriana Fallaci per descrivere lo stato d'animo nel Carroccio dopo le dimissioni del leader storico Umberto Bossi. E per martedì prossimo è in programma la «Serata dell'orgoglio leghista» che si terrà al Palacreberg alle 20,30: alla manifestazione nazionale saranno presenti tutti i big del partito, mentre rimane incerta la partecipazione di Bossi.

Con le proprie dimissioni, sottolinea Stucchi, «Bossi ha dimostrato di non avere nulla da nascondere: vuole che si faccia chiarezza. È stato nominato un nuovo amministratore ed è stato chiesto a una società esterna di verificare i conti. È un segno di trasparenza». L'ex tesoriere Belsito, taglia corto Stucchi, «va espulso. Con tutti gli altri bisogna accertare le responsabilità senza guardare in faccia alle persone e al cognome che portano».

«Si è chiusa un'epoca con un atto di coraggio da parte di Bossi – afferma Cristian Invernizzi, segretario provinciale del Carroccio –: la scelta di dimettersi è un atto che gli fa onore. Sono convinto che Bossi sia estraneo a quanto emerso: chiunque altro, invece, non è al di sopra di ogni sospetto. Valuteremo e, se qualcuno avesse sbagliato, sicuramente la giustizia della Lega sarà più veloce di quella dei magistrati». Ora, conclude Invernizzi, «si apre una fase transitoria che dovrà portare al congresso federale».

Ettore Pirovano, presidente della Provincia, afferma: «Umberto Bossi, che credo sia l'unico che porta questo cognome ad essere assolutamente estraneo a quanto è successo, ha dimostrato ancora una volta di essere un leader facendo un passo indietro per il bene del movimento. Non so se gli altri Bossi siano coinvolti – prosegue Pirovano –, ma Umberto è l'unico sul quale potrei anche rischiare di dare la mia parola: lo conosco da molto tempo e ho visto il suo assoluto disinteresse per gli aspetti economici; non l'ho mai sentito parlare di soldi, non l'ho mai visto con un vestito più costoso di quelli che si comprano in un supermercato». La Lega, sottolinea Pirovano, «può essere ancora più forte se riuscirà a liberarsi in modo completo delle infiltrazioni nefaste, indegne e indecorose che ci hanno invaso in questi ultimi anni». Ora, sottolinea il presidente di via Tasso, «più che fare piazza pulita, bisogna passare la macchina per lucidare i pavimenti di marmo: devono venir via non solo i granelli di polvere, ma anche la crosta veramente indegna che si è depositata sul nostro movimento. Sono fiducioso che Maroni sia determinato nel fare piazza pulita in modo inequivocabile: la vera tragedia sarà se non verranno cacciati tutti quelli che hanno fatto cose indegne, di qualsiasi famiglia».

Carolina Lussana, parlamentare del Carroccio, parla di «un momento molto triste: è difficile per me, nata e cresciuta politicamente nella Lega, immaginare una Lega senza Bossi come segretario federale. Bossi è arrivato alle dimissioni per tutelare la sua immagine, la Lega e per cercare di attenuare l'attacco rivolto al movimento. Bisogna fare sicuramente chiarezza: attendiamo l'accertamento delle responsabilità e non gli schizzi di fango. Se verranno accertate delle responsabilità, chi ha sbagliato dovrà rispondere. Mi auguro – prosegue Lussana – che ci sia il congresso per scegliere democraticamente chi dovrà guidare il nostro movimento. E mi auguro che Bossi possa ripresentarsi come segretario federale».

A manifestare un'incondizionata fiducia nel Senatùr c'è anche l'onorevole Nunziante Consiglio, legato al fondatore della Lega da un rapporto stretto che va oltre la semplice amicizia: «Sull'onestà di Bossi sono pronto a mettere la mano sul fuoco e finché non avrò in mano le prove continuerò a credere nella sua rettitudine. Credo che Bossi sia rimasto vittima di chi lo attorniava e ha approfittato di lui; la mia stima e ammirazione per lui non sono venute meno, anzi sono accresciute per la dignità da lui dimostrata nel dimettersi da segretario del partito. Ora si rende necessario individuare i veri colpevoli e ripulire - come si usa dire - il pollaio. Sono convinto che col pattume non c'entra nulla perché mi risulta che non abbia mai fatto gran conto del denaro. A livello di segreteria provinciale si sta cercando di ricompattare il movimento, che a Bergamo è potente, a tutela del "capo" che resta una delle menti più lucide della Lega. Lui è stato l'elemento fondante e non vedo chi possa, senza di lui, interpretare la Lega».

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