Palosco, altre otto querele
«Scuola a fianco delle famiglie»

«Guardi, quello che voglio dire è che la scuola si sta impegnando al massimo per riconquistare la fiducia e l'affidabilità che l'ha sempre contraddistinta». Chi parla è Luciano Mastrorocco, dirigente dell'Istituto comprensivo cui appartiene la primaria di Palosco.

«Guardi, quello che voglio dire è soprattutto che la scuola si sta impegnando al massimo per riconquistare la fiducia e l'affidabilità che l'ha sempre contraddistinta». Chi parla è Luciano Mastrorocco, dirigente dell'Istituto comprensivo cui appartiene la scuola primaria di Palosco, travolta nelle scorse settimane dall'arresto di un suo maestro, accusato di abusi sessuali su un alunno e sorpreso in flagranza di reato.

Il maestro è in carcere e in queste settimane altre 8 querele si sono aggiunte a quella da cui è partita l'indagine e il pm Raffaella Latorraca sta procedendo ad ascoltare i piccoli coinvolti, con tutti gli accorgimenti del caso.

«Sono fatti di una gravità inaudita», dice Mastrorocco, dalla cui voce si avverte il peso di una vicenda colta subito come «drammaticamente seria» e che ha sconvolto la vita non solo della scuola, ma di un'intera comunità. «Una comunità - spiega il dirigente - che sta cercando di reagire e la scuola è in prima linea, con tutte le proprie risorse, a fianco delle famiglie che hanno mostrato da subito una grande maturità e capacità di mettere a fuoco il problema sollevato da fatti del tutto inattesi».

L'arresto in aprile, dunque, ma la vicenda è cominciata molto tempo prima, alla fine di febbraio. «In effetti - racconta il dirigente scolastico - la denuncia ai carabinieri, da parte del papà del bambino abusato, è stata fatta il 29 febbraio e subito ne siamo stati informati io e il mio vicario Pierluigi Castelli, con l'ordine tassativo di mantenere il silenzio, per agevolare le indagini».

Ci è voluto un mese e mezzo. «Un periodo lungo, davvero terribile, che ha comportato anche una responsabilità forte e grande disponibilità da parte delle persone informate dei fatti. Si doveva indagare, creare le condizioni per cogliere in flagranza di reato il maestro ma nel contempo proteggere il bambino da ulteriori abusi».

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