Mirandola, nell'Emilia devastata:
Gandino porta solidarietà e aiuti

Un'atmosfera quasi surreale, un senso di attesa e smarrimento. Sono le sensazioni che ricorrono fra i familiari di suor Edvige Tomasini, che mercoledì 30 maggio hanno raggiunto Mirandola all'indomani della terribile replica sismica dopo quella del 20 maggio. Il video

Un'atmosfera quasi surreale, un senso di attesa e smarrimento. Sono le sensazioni che ricorrono fra i familiari di suor Edvige Tomasini, che mercoledì 30 maggio hanno raggiunto Mirandola all'indomani della terribile replica sismica dopo quella del 20 maggio. 

Qui il video del viaggio da Gandino a Mirandola

A far visita alla religiosa delle Orsoline di Gandino, che a Mirandola dirige l'asilo, sono arrivati dalla Val Seriana  il fratello Giuseppe e i nipoti Paolo e Silvio. Hanno riportato a Bergamo suor Oliveria Franchina, ottantenne pure di Gandino, mentre con suor Edvige è rimasta suor Mariarosa Cattaneo di Villa d'Adda.

«Abbiamo portato alla zia - spiega Paolo, che a Gandino è assessore ai servizi sociali - la solidarietà di tutta la famiglia e dei gandinesi. L'abbiamo trovata come sempre forte e decisa, consapevole di rappresentare un riferimento per tanti. Le suore vivono in una vecchia struttura al limite della zona rossa ora completamente evacuata e hanno deciso di dormire per ora su due brande collocate in un box per le auto. Il giardino è l'unica zona in cui è consentito l'accesso, il resto è off limits, proprio per il pericolo di nuovi crolli».

I Tomasini raccontano di un centro storico fantasma, di tendopoli allestite negli spazi periferici e di una situazione disastrosa soprattutto per le strutture industriali e il patrimonio artistico.

«Per quel poco che abbiamo visto - aggiunge Paolo - ci sono capannoni che si sono accartocciati, ma anche case che hanno sostanzialmente retto. Le costruzioni si sono succedute negli anni con dettami di legge più o meno restrittivi e questo è visibile nella disposizione a "macchia di leopardo"
degli edifici distrutti. Fra la gente c'è smarrimento: oltre ai lutti e al panico, le nuove scosse hanno rafforzato un senso di impotenza che solo il tempo e lo stabilizzarsi della situazione potrà lenire».

I gandinesi hanno portato a Mirandola un breve messaggio del sindaco di Gandino, Elio Castelli, concluso dalle parole «Mirandola vive, e soprattutto vivrà» e le prime offerte raccolte in paese grazie ad Alpini e Atalanta Club.

«Questa è la fase dell'emergenza, l'alloggio delle persone e la messa in sicurezza delle situazioni più critiche sono le priorità. Le suore, il parroco e il comune di Mirandola ci segnaleranno nel medio periodo progetti specifici su cui indirizzare il sostegno».

Desolante la visione del Duomo e della chiesa di San Francesco, praticamente distrutti. «E' un pugno al cuore - spiega Silvio, che a Bergamo è segretario della Rete Diocesana dei Musei - un enorme patrimonio è andato disperso. Esso non custodiva soltanto opere d'arte ma l'identità stessa della gente, che ora a fatica cerca nuove speranze».

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