L'assalto al portavalori in A4
Annullate le sentenze di condanna

È stata annullata con rinvio ad altra Corte d'Appello la sentenza di condanna per 4 dei cinque imputati (tutti foggiani) coinvolti nell'indagine legata all'assalto al furgone blindato sull'A4 che il 9 giugno 2008 fruttò un bottino da un milione e 800 mila euro.

È stata annullata con rinvio ad altra Corte d'Appello la sentenza di condanna per 4 dei cinque imputati (tutti foggiani) coinvolti nelle indagini della Procura di Bergamo nell'ambito dell'operazione Firestorm condotta dalla stessa Procura, dalla Squadra Mobile di Bergamo e dal Servizio centrale di Polizia e che aveva portato ad emettere 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal Gip Patrizia Ingrasci. Complessivamente l'operazione aveva interessato 11 persone. Lo scrive il sito StatoQuotidinano.it in un articolo a firma di Giuseppe de Filippo.

L'indagine era quella legata all'assalto al furgone blindato sull'A4 che il 9 giugno 2008 fruttò un bottino da un milione e 800 mila euro.

Esattamente due anni fa - il 12 novembre 2010 - furono emesse cinque condanne a otto anni, quattro proscioglimenti, un rinvio a giudizio e un non luogo a procedere. Lo aveva deciso il gup Tino Palestra, chiamato a decidere del destino di undici imputati.

La rapina, messa a segno nel tratto fra Bagnatica e Seriate, era stata violenta e spettacolare, con auto data alle fiamme, traffico bloccato e raffiche di kalashnikov esplose contro guardie giurate e ignari automobilisti. Era la sera di Italia-Olanda degli Europei di calcio.

Il commando di banditi, per rapinare il furgone portavalori di un istituto di vigilanza di Brescia, aveva creato una barriera alle spalle del mezzo dando alle fiamme alcune vetture. I rapinatori avevano poi affiancato il portavalori e, a colpi di mitra, avevano costretto le guardie giurate a fermarsi. I rapinatori avevano tagliato la lamiera del furgone blindato ed erano scappati coi soldi, fermando e rapinando le auto a due automobilisti. A loro erano riusciti a risalire gli agenti della squadra mobile di Bergamo, anche grazie al confronto con una rapina simile messa a segno una decina di giorni dopo a Bologna in cui era stato usato lo stesso kalashnikov.

Il giudice preliminare il 12 novembre 2012 in abbreviato aveva condannato a otto anni cinque imputati: F. M., 43 anni di Cerignola (Foggia); P. M., 34 anni, foggiano residente a Milano; M. L., 40 anni, di Manfredonia (Foggia), ma residente a Malnate (Varese); F. S., 28 anni, di Mattinata (Foggia); e F. F., 43 anni, di Manfredonia. 

Erano stati riconosciuti, a vario titolo, colpevoli della rapina al furgone e di quella ai due automobilisti, dell'incendio alle auto e di ricettazione. Erano stati invece assolti dal tentato omicidio: avevano sparato ad altezza d'uomo rischiando di ammazzare qualcuno, ma ormai in giurisprudenza non si ritiene più sufficiente il dolo eventuale perché possa scattare il reato di tentato omicidio.

Quattro imputati erano stati invece assolti con il comma secondo dell'articolo 530 (che richiama la vecchia insufficienza di prove). Si tratta di M. S., 37 anni, di Manfredonia; P. F. G., 41 anni, di Mattinata; V. F., 41 anni, di Mattinata; P. S., 34 anni, di Cerignola.

Due gli indagati che avevano scelto il rito ordinario. G. P., 41 anni, originario di Crotone, residente a Predore, titolare di una ditta di autotrasporti di Bolgare, era stato rinviato a giudizio. Per P. Z., 41 anni, foggiano residente a Milano, era stato invece dichiarato il non luogo a procedere.

Nelle ultime ore la decisione dell'annullamento. In particolare i soggetti condannati (otto anni in abbreviato) erano stati F. M., 45 anni di Cerignola (l'unico attualmente detenuto e per il quale c'è stata la conferma della sentenza di condanna), P. M., 36 anni di Manfredonia ma residente a Milano, M. L., 42 anni di Manfredonia, F. S., 30 anni di Mattinata e F. F., 45 anni di Manfredonia. Tranne F. M., tutti i soggetti citati sono stati interessati «dall'annullamento della sentenza di condanna con rinvio ad altra Corte d'Appello di Brescia».

«Con l'annullamento della sentenza di condanna e rinvio ad altra corte d'appello di Brescia ci sarà un'ulteriore valutazione delle prcedenti condanne con elementi in precedenza non considerati», dice al sito StatoQuotidiano.it l'avvocato Pietro Schiavone di Manfredonia, legale di uno degli imputati.

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