I consiglieri bergamaschi uscenti
Dalla Regione un Tfr «d'oro»

Liquidazioni da sogno per i consiglieri regionali bergamaschi uscenti. All'ex vicepresidente Saffioti (Pdl) andranno 360 mila euro lorde (al netto circa la metà). I due ex assessori Raimondi (Pdl) e Belotti (Lega Nord) riceveranno 260 mila euro lordi.

Liquidazioni da sogno per i consiglieri regionali bergamaschi uscenti. All'ex vicepresidente dell'aula lombarda, Carlo Saffioti (Pdl), andranno 360 mila euro lorde (al netto circa la metà) frutto dei 18 anni di Consiglio regionale. Subito dietro i due ex assessori Marcello Raimondi (Pdl) e Daniele Belotti (Lega Nord), arrivati al Pirellone nel 2000, che riceveranno 260 mila euro lordi. Alle loro spalle Giosuè Frosio (Pdl), ex presidente della Commissione ambiente. Arrivato otto anni fa in Consiglio regionale, ha diritto a 160 mila euro.

Non matureranno il trattamento di fine rapporto, invece, i consiglieri approdati a Palazzo Pirelli nel 2010: Mario Barboni (Pd), Roberto Pedretti (Lega Nord), Valerio Bettoni (Centro popolare lombardo) e Gabriele Sola (Idv). Se lo vorranno, però, potranno recuperare i circa 70 mila euro versati per il vitalizio, rinunciando però alla pensione da consiglieri. Ovviamente non ha maturato il trattamento neppure Franco Spada (Idv), il consigliere che ha sostituito Sola per qualche ora prima dello scioglimento ufficiale dell'aula regionale. Tra l'altro, una legge approvata dallo stesso Consiglio, stabilisce che dalla prossima legislatura verranno cancellati sia i vitalizi sia i trattamenti di fine mandato.

Guardando ai numeri, l'ex assessore al Territorio Daniele Belotti spiega: «È ovvio che in questo momento sono cifre fuori dalla norma, qualche anno fa non c'era la crisi e certamente avevano un altro valore. In ogni caso siamo intervenuti togliendo i vitalizi da questa legislatura. Immagino e spero che si interverrà anche per rivedere i fondi che riguardano i rimborsi ai gruppi».

Il suo ex collega in giunta Marcello Raimondi è più netto: «Se si ritiene che il lavoro del consigliere regionale sia a tempo pieno, e nel mio caso ha impedito lo svolgimento di un altro lavoro, allora alla fine dell'esperienza è giusto che ci sia un trattamento di fine mandato».

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