«Fate il dna a mio figlio adottivo»
Dubbio di una madre sul caso Yara

Un dubbio tanto atroce da levarle il sonno, fino a indurla a presentarsi ai carabinieri. Questa è la singolare storia di un'anziana mamma, residente nel Milanese, che per alcuni giorni ha fatto finire suo figlio in mezzo alle indagini sulla scomparsa e la morte di Yara Gambirasio.

Un dubbio tanto atroce da levarle il sonno, fino a indurla a prendere il coraggio a due mani e a presentarsi ai carabinieri, implorandoli di verificare. Questa è la singolare storia di un'anziana mamma, residente nel Milanese, che per alcuni giorni ha fatto finire suo figlio in mezzo alle indagini sulla scomparsa e la morte di Yara Gambirasio.

«Ho visto le foto sui giornali: mio figlio adottivo - ha detto la donna agli inquirenti - assomiglia molto a Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno morto nel 1999, che voi ritenete il padre biologico dell'assassino. Vi chiedo di controllarlo, fategli il test del dna».

Sono stati i carabinieri di Como a raccogliere l'appello della donna, qualche settimana fa. La madre, infatti, tramite un'amica, era entrata in contatto con i militari della città lacustre. Questi, successivamente, hanno informato per competenza la procura di Bergamo e il pm Letizia Ruggeri, che sin dall'inizio conduce delle indagini sul caso Yara.

Non si conoscono i motivi che hanno indotto la donna a dubitare di suo figlio adottivo. Gli investigatori non hanno lasciato cadere: hanno compiuto accertamenti e hanno sottoposto il figlio con urgenza al test del dna. Dopo pochi giorni il risultato: negativo.

Ma l'indagine sulla morte di Yara è costellata di segnalazioni, di piste anche promettenti, trasformatesi poi in vicoli ciechi nell'arco di pochi giorni.

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