Militanti leghisti: «Kyenge vaff...»
Bossi li zittisce. Poi boccia Tosi

Sono stati zittiti da Umberto Bossi alcuni militanti leghisti che durante il suo comizio alla festa ferragostana di Pontida avevano iniziato a intonare il coro «Kyenge vaff......». «No, non sono d'accordo con gli insulti», ha detto il presidente del Carroccio.

Sono stati zittiti da Umberto Bossi alcuni militanti leghisti che durante il suo comizio alla festa ferragostana di Pontida avevano iniziato a intonare il coro «Kyenge vaff......». «No, non sono d'accordo con gli insulti», ha detto il presidente del Carroccio, che ha comunque ribadito le sue critiche a livello politico sulle iniziative del ministro dell'Integrazione.

Umberto Bossi durante il comizio è tornato ad attaccare il vice segretario della Lega, Flavio Tosi che vorrebbe concorrere alla leadership del centrodestra. Bossi gli ha mandato a dire «sei nella Lega o se non sei della Lega ma vaff...U.

«Mi fa ridere, chi lo vuole Tosi? - ha continuato - Non penso riuscirebbe a combinare qualcosa; quello che ha combinato è perché era sul carro della Lega».

Ai giornalisti che gli chiedevano se allora preferirebbe Tosi o Marina Berlusconi, ha risposto: "Marina". Il presidente del Carroccio, dopo aver nettamente ribadito le sue riserve sulle ambizioni di Tosi, è poi andato cauto sui prossimi sviluppi interni al movimento. Come aveva già detto nei giorni scorsi, Bossi ha ricordato di aver saputo che Maroni vuole convocare il congresso della Lega entro l'anno, ma "non vuole andare a un congresso dove ci sono bossiani e maroniani, e su questo ha ragione, perché danneggerebbe la Lega".

Arrivando alla festa di Pontida ha infine risposto ai giornalisti che gli chiedevano chi vedrebbe come futuro segretario della Lega dopo Maroni. In particolare ha risposto "no comment" sull' ipotesi che una figura di mediazione possa essere quella del capogruppo alla Camera, Giancarlo Giorgetti.

Su Berlusconi: "Se lo costringono a dimettersi, è impensabile che i suoi stiano lì a votare" in parlamento per il governo. A chi gli chiedeva se il Cavaliere a suo giudizio potrebbe accettare la concessione della grazia in cambio dell'uscita di scena politica, ha risposto che "non accetterebbe, sarebbe un ricatto poco democratico".

Infine una battuta su Letta: "questo governo dura perché nessuno ha la forza di farlo cadere".

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