Villa di Serio, il bergamasco
si insegna a scuola

Il dialetto bergamasco si impara a scuola a Villa di Serio, parola di sindaco. Ma se le polemiche sul tema che hanno coinvolto la Lega sono di quest’estate, c’è chi la cultura locale fra i banchi di scuola media l’ha portata da un pezzo. «In tempi non sospetti, noi arriviamo al terzo anno»  precisa il primo cittadino Mario Morotti, che sottolinea: «Non è una questione politica: io tengo a dire che il dialetto è cultura e il nostro obiettivo è salvaguardare il patrimonio linguistico della terra bergamasca, che è di tutti». Del resto il sindaco è uno che se ne intende: leghista non è, ma di centrosinistra e fa parte del Ducato di Piazza Pontida, da anni in prima linea nella valorizzazione del territorio.

Nella Bergamasca sono di fatto tre i Comuni leghisti che indicono corsi di dialetto per studenti (Grumello del Monte da alcuni anni, Stezzano e Bonate Sopra in programma da quest’anno, mentre ad Albano Sant’Alessandro viene consegnato l’abbecedario in bergamasco alle elementari), mentre a Villa di Serio arrivano i complimenti anche del lumbard Daniele Belotti. Il consigliere regionale, alfiere del «bergamàsch» e chiamato da Telepadania a condurre la versione orobica del telegiornale dialettale, fa tanto di cappello: «Mi complimento con il sindaco Morotti, che stimo - dice -. Che un Comune di centrosinistra si dedichi a iniziative simili è importante. Chi è contro le nostre iniziative deve capire che i dialetti non sono solo un patrimonio della Lega ma di tutti».

E il corso, a Villa di Serio, non è mica uno scherzo: «I ragazzi che scelgono questa attività integrativa - spiega il sindaco - scoprono la grammatica ma anche pezzi teatrali, poesie, racconti e canzoni della nostra cultura». Non ci sono voti a fine anno, ma un saggio: gli studenti dell’istituto comprensivo «Francesco Nullo» l’anno scorso hanno prodotto durante il «laboratorio di cultura e dialetto bergamasco» un testo teatrale, poi messo in scena con la compagnia «Teatro 2000» di Torre Boldone e il patrocinio del Ducato di Piazza Pontida e del Comune.

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