«Addio Maestro, e grazie»
L’ultimo omaggio a Gualtiero Marchesi

Il mondo dell’alta cucina rende l’ultimo saluto al grande chef scomparso il giorno di Santo Stefano.

È morto nella sua casa milanese, circondato dai suoi familiari, lo chef considerato il maestro della nuova cucina italiana: Gualtiero Marchesi. Avrebbe compiuto 88 anni il 19 marzo prossimo. Era malato da tempo e anche per questo, nell’ottobre scorso, aveva lasciato il rettorato di Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana dove si insegna il mestiere del cuoco e del pasticcere. Marchesi nasce a Milano nel 1930. La sua formazione professionale inizia a St. Moritz e poi si perfeziona in alcuni ristoranti francesi. Ritorna in Italia nel 1977 e inaugura a Milano il suo ristorante di via Bonvesin de la Riva riscuotendo un immediato successo: una stella della guida Michelin, che diventano due nel 1978 e tre, per la prima volta in Italia, nel 1985. Stelle che in seguito, primo al mondo, restituirà: in quel rifiuto ad essere «classificato» c’è la strenua difesa della cucina italiana bistrattata - spiega - senza motivo a danno della rivale d’Oltralpe.

Nel 1986 viene insignito Cavaliere della Repubblica e nello stesso anno gli viene consegnato l’Ambrogino d’Oro, la più alta attestazione di stima della città di Milano. Nel 1989 riceve, primo in Italia, il premio internazionale «Personnalité de l’année» per la gastronomia e nel 1991 viene nominato Commendatore. Marchesi continua per tutta la vita a ricevere prestigiosi riconoscimenti, come il Premio Artusi nel 1998. Nel 2001 gli viene conferita la Laurea Honoris Causa in Scienze dell’Alimentazione all’Universitas Sancti Cyrilli di Roma.

Nel gennaio 2004 apre i battenti Alma, Scuola Internazionale di Cucina Italiana, fortemente voluta da Gualtiero Marchesi, che ne diventerà rettore. Poi, nel 2008, lo chef famoso in tutto il mondo avverte il bisogno di riavvicinarsi alla sua città natale: nasce così il ristorante «Teatro alla Scala Il Marchesino» , il suo omaggio alla musica, alla famiglia e alla città. «La cucina italiana - scrive l’editore Cinquesensi - saluta l’uomo di cultura, l’imprenditore, il cuoco, uno spirito libero, arguto e coraggioso, ma continuerà a fare riferimento al Maestro dei maestri, che ha cambiato radicalmente la tradizione culinaria del nostro Paese».

«Un onore avere conosciuto Gualtiero Marchesi, grande maestro della nostra Cucina e portabandiera del Paese» commenta su Twitter il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. «La Lombardia e l’Italia ti sono riconoscenti per sempre» scrive il governatore Roberto Maroni. «Ciao Maestro. E grazie». Lo ha scritto lo chef Carlo Cracco su Twitter, postando anche una foto di Gualtiero Marchesi. Intanto si moltiplicano i messaggi di cordoglio sui social network da parte di ristoratori, chef e gente comune. «Addio al Maestro» scrive il profilo del Gambero Rosso, che aggiunge una frase dello stesso Marchesi: «La cucina di per sé è scienza, sta al cuoco farla diventare arte». Messaggio di cordoglio anche dalla conduttrice del programma «La prova del cuoco», Antonella Clerici: «Ciao Gualtiero, il maestro di tanti cuochi, precursore di mode, innovatore sempre curioso. Un vero Grande».

«La coerenza delle proprie idee, la cultura e la ricerca indefessa il suo insegnamento per tutti noi. Refrattario ai premi, umile testimone di vita. La cucina italiana ha perduto il proprio più fulgido diadema, io un amico sincero al quale volevo bene» scrive su Twitter il pasticciere Iginio Massari. Non manca qualche spunto polemico. «È morto #GualtieroMarchesi: lo chef - scrive il giornalista Michele Zizza - che non sbatteva i piatti in tv, che non sbraitava come una gallina isterica, che conosceva l’esistenza del congiuntivo, che non prendeva multe dai Nas, che non faceva la pubblicità delle patatine fritte».

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