Comportamento antisindacale: giudice del lavoro di Bergamo condanna Poste Italiane

L’Azienda Poste Italiane è stata condannata dal giudice del Lavoro di Bergamo, Valeria De Risi, per comportamento antisindacale, per aver introdotto cambiamenti a un centro di smistamento senza consultare i sindacati. La sentenza ha dato ragione al coordinamento unitario di categoria di Cgil, Cisl e Uil e alle rappresentanze sindacali della Filiale 1 e del Capo di Gorle che, nelle scorse settimane, avevano denunciato l’ azienda per comportamento antisindacale nell’ adozione di cambiamenti organizzativi al Centro di smistamento della corrispondenza Bergamo CPO di Gorle.C’erano stati infatti cambi di turni e di lavorazioni assegnate in corrispondenza con l’uso di nuovi macchinari per la ripartizione della corrispondenza nella sede di Brescia Cmp. In concreto, si stava assistendo al trasferimento di grandi quantità di corrispondenza ad altre sedi e alla riduzione di un cospicuo numero di addetti al turno delle 18-24.

Nella sentenza, il giudice ha riconosciuto il carattere antisindacale del comportamento di Poste Italiane «che non ha ottemperato all’ obbligo di consultazione delle organizzazioni sindacali previsto dall’art.6 CCNL in via preventiva». La stessa sentenza ordina quindi a Poste Italiane di «cessare detto comportamento» e dichiara «l’illegittimità» dei provvedimenti assunti.

«Quello che più ci soddisfa e che costituiva il nostro obiettivo fin dall’inizio - ha commentato Carmelo Ilardo, referente poste per la segreteria provinciale di Slc Cgil - è l’ordine di ripristinare le condizioni come erano prima del maggio 2005, come pregiudiziale a qualsiasi incontro di contrattazione sindacale». «Al tavolo della trattativa, aperto nella Sede Regionale delle Poste a Milano - ha aggiunto Salvatore Catalano, segretario generale Slp Cisl di Bergamo - la delegazione bergamasca si batterà perché tutte le risorse in esubero, circa 120, possano trovare idonea collocazione all’interno del nostro territorio».

(19/07/2005)