«Il blocco dei contratti è illegittimo»
Ma la decisione non è retroattiva

La pronuncia della Corte Costituzionale avrà effetto solo dalla data della sua pubblicazione.

La Corte Costituzionale ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato. Lo comunica la Consulta, aggiungendo che sono state respinte le restanti censure proposte. Secondo l’Avvocatura dello Stato l’onere della contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015 non sarebbe stato inferiore a 35 miliardi di euro, con effetto strutturale di circa 13 miliardi annui dal 2016.

Ma la pronuncia della Corte non riguarda il passato e non ha quindi effetto retroattivo. Sono passati quasi sei anni, oltre 2000 giorni, dall’ultimo rinnovo del contratto del pubblico impiego. Riguarda più di 3 milioni di dipendenti, un numero che si è ridotto di 300mila unità dal 2002 al 2013. La sentenza della Consulta sul blocco imposto dal governo Berlusconi, nel 2010, e poi confermato da Monti, Letta e Renzi, impone di interrompere una prassi ormai consolidata.

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