Finanziamento partiti, Roma lo abolisce
Berlino fissa il tetto più alto della storia

Il Consiglio dei Ministri ha abolito oggi il finanziamento pubblico ai partiti che ora potrà avvenire solo attraverso il 2 per mille o per donazione. Mentre Roma lo abolisce Berlino fissa tetto più alto sua storia.

Il Consiglio dei Ministri ha abolito oggi il finanziamentio pubblico ai partiti che ora potrà avvenire solo attraverso il 2 per mille o per donazione.

Con l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, ha detto il presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, “assegniamo tutto il potere ai cittadini”. Lo ha annunciato il premier Letta. “Il cittadino che vuole dare un contributo a un partito lo può fare attraverso il 2 per mille o con contribuzione volontaria”. Il sistema “non frega il cittadino” perché “l’inoptato rimare allo Stato”

Nella nuova disciplina sul finanziamento dei partiti “c’è anche l’obbligo della certificazione esterna dei bilanci dei partiti politici”. “Questo meccanismo molto stringente renderà impossibile si torni agli scandali degli anni scorsi”.

Secondo quanto rende noto un comunicato di Palazzo Chigi, dunque, già “con riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative al 2013, ciascun contribuente” potrà “destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un partito politico che si sia dotato di statuto”. Quanto alle donazioni dei privati ai partiti, viene fissato un tetto annuo di 300 mila euro per le persone fisiche e di 200 mila per tutti gli altri soggetti. Dal 2014, i privati potranno usufruire di detrazioni del 37% tra 30 e 20.000 euro annui e del 26% tra 20.001 e 70.000 euro annui sulle loro erogazioni ai partiti. Per le società la percentuale è del 26% per importi tra 50 e 100 mila euro. Mentre i cittadini potranno detrarre il 75% delle spese per la partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi e organizzati dai partiti (tetto massimo di 750 euro annui).

Mentre Roma lo abolisce Berlino fissa tetto più alto sua storia.

Dalla Francia alla Germania, passando per gli Usa, il finanziamento pubblico ai partiti, con modalità e forme diverse, è previsto ovunque. E se il governo italiano ha deciso di chiudere l’anno abolendo il contributo statale, il tetto fissato dalla Germania per finanziare le forze politiche nel 2013 è stato il più alto della storia della Repubblica federale. Ecco come viene disciplinato nei diversi Paesi.

FRANCIA - I partiti hanno un finanziamento pubblico in due tranche. La prima è proporzionale ai risultati del partito alle precedenti elezioni politiche. Il finanziamento viene attribuito ad ogni formazione che abbia presentato dei candidati che abbiano ottenuto almeno l’1% dei voti in almeno 50 circoscrizioni. In pratica, ogni voto frutta circa 1,70 euro annuali fino alle politiche successive. La seconda tranche (circa 40 milioni di euro nel 2007) è proporzionale al numero di parlamentari che si dichiarano iscritti a ciascun partito. Le spese elettorali vengono rimborsate ai candidati che ottengono almeno il 5% dei suffragi.

GERMANIA - È regolato in base alla legge sui partiti. Lo Stato fissa ogni anno un tetto complessivo, che per il 2013 è stato il più alto della storia della Repubblica federale, pari a oltre 154 milioni di euro. A ogni partito vanno 70 centesimi per ogni voto conquistato per ciascuna elezione. Per i primi 4 milioni di voti viene calcolata una somma di 85 centesimi. A questi si aggiungono 38 centesimi per ogni euro ricevuto come donazione da iscritti, eletti o sostenitori, ma con un tetto di 3300 euro per persona fisica. Ogni partito non può ricevere dallo Stato più di quanto abbia raccolto con i propri mezzi. Per ottenere il finanziamento un partito deve raggiungere lo 0,5% delle preferenze nelle elezioni federali o europee o l’1% in quelle dei Laender.

GRAN BRETAGNA - Gran parte del finanziamento ai partiti arriva da donazioni private. C’è comunque un contributo pubblico, che nel 2012 è stato di 8,8 milioni di sterline (11,3 milioni di euro). Gran parte di questi fondi fanno parte del cosiddetto ’Short Money’, destinato ai partiti che stanno all’opposizione sulla base del loro ’pesò politico.

SPAGNA - Il sistema di finanziamento è misto: tramite rimborso elettorale, in base ai seggi conquistati (almeno uno) e sui voti conquistati e con finanziamenti privati. Nel 2011 il totale di quello pubblico è stato di 131 milioni (2,84 euro per abitante): 86,5 milioni di contributo e 44,5 come rimborso elettorale. Nel 2012 c’è stato un taglio del 20 per cento dei finanziamenti pubblici.

USA - Il sistema americano pone al centro i candidati, non i partiti, e prevede sia finanziamenti pubblici che privati. Quello pubblico è previsto solo durante le campagne elettorali. Ma ogni candidato può decidere di usufruire del denaro raccolto presso privati attraverso i cosiddetti ’fundraiser’, oppure attraverso i comitati elettorali (vedi i cosiddetti ’Superpac’ durante la campagna per le presidenziali) o attraverso le donazioni dei singoli cittadini. Un sistema che solleva crescenti dubbi sulla dipendenza dei politici dalle lobby. Per le elezioni locali, ognuno dei 50 Stati Usa o ognuna delle città ha le sue norme.

GIAPPONE - Sulla base dei voti ricevuti nelle ultime elezioni generali, i soggetti con lo status di partiti politici (Seito, cioè che abbiano 5 rappresentanti nella Dieta o abbiano avuto il 2% dei voti a livello nazionale, proporzionale o locale nell’ultima elezione per la Camera Bassa o in una delle due ultime elezioni della Camera Alta) ricevono come finanziamento pubblico 250 yen a cittadino, per un monte totale di circa 32 miliardi di yen (circa 240 milioni di euro) per ogni anno fiscale.(ANSA).

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