Fondazione Gleno, entra la Mia

Anche l’Opera pia Misericordia Maggiore (Mia) entra nella Fondazione del Gleno: la decisione del Consiglio d’amministrazione è arrivata giovedì, dopo un anno di approfondimenti. Quello della Mia era uno degli ingressi più attesi, sin dal marzo 2004 quando Comune e Provicia deliberarono la partecipazione alla Fondazione Santa Maria Ausiliatrice, rispettivamente con una quota di 800 mila euro e 250 mila, e i primi privati iniziarono a dare segni d’interessamento. La Misericordia Maggiore sarà socio fondatore con i 250 mila euro che competono a questo tipo di adesione. «Riteniamo - ha commentato il presidente Luigi Ugo Pelandi - che questa forma di partecipazione rappresenti una valida modalità di realizzazione della mission delineata dallo statuto della Mia che indica di provvedere a soddisfare le esigenze di tutte le antiche e nuove povertà». Un feeling tra scopi della Mia e del Gleno che ha portato la congregazione a far parte della squadra chiamata a risanare la casa di ricovero minata da un dissesto finanziario.

Il nodo del Consiglio d’amministrazione sarà deciso la prossima settimana. I soci privati esprimereranno il presidente, già indicato nell’imprenditore Miro Radici, e i tre membri del Cda; Comune e Provincia dovranno completare il quadro con gli altri quattro consiglieri.

Tutti i soci della Fondazione:

Gli imprenditori che partecipano alla Fondazione sono: Antonio Percassi, Sandro Medolago, patron della Termigas, Gruppo Zambetti-Lumina, attivo nel settore dell’impiantistica, Ferruccio Locatelli, imprenditore nel settore edile, Giuseppe Annunziata della Tessival di Azzano San Paolo. Oltre alla Fondazione Banca Popolare di Bergamo e Credito bergamaco. Tutti hanno versato 250 mila euro. Antonio Morzenti, 82 enne della Val di Scalve, imprenditore petrolifero prima di tutti ha dato al Gleno 520 mila euro. Una terza via è stata poi seguita dalla Fondazione Italcementi Carlo Pesenti, che ha scelto di «essere» vicina alla casa di ricovero impegnandosi a versare un contributo di 100 mila euro all’anno per non meno di tre anni.

(22/04/2005)

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