Gara di solidarietà per la bimba abbandonata

Giada, la neonata abbandonata a Paladina, è ricoverata nel reparto di Patologia Neonatale degli Ospedali Riuniti di Bergamo, affidata alle cure dell’èquipe di medici e infermieri diretti dal professor Angelo Colombo. «La bimba - ha spiegato il prof. Colombo, direttore dell’unità di patologia neonatale e del dipartimento materno infantile dell’ospedale di Bergamo - all’arrivo era fredda e gelata, ma dopo qualche ora in incubatrice si è riscaldata ed ora sta bene. I controlli eseguiti nelle ultime ore hanno confermato che il quadro clinico è nella norma, che il freddo patito ieri sera non ha avuto conseguenze. Pesa due chili e 580 grammi e, dall’aspetto del cordone ombelicale, reciso in modo artigianale, sembrerebbe avere meno di 24 ore di vita. La posizione delle gambine estese farebbe pensare ad un parto podalico, ma in ogni caso siamo tranquilli perché finora la situazione è del tutto normale».

«La bimba è sana e salva ma resta l’amarezza per la mamma - aggiunge il prof. Colombo, che spiega - la maternità è l’esperienza più bella che una donna possa fare, anche in casi difficili, in condizioni di povertà o di assenza di permesso di soggiorno. E’ bene infatti sapere che le istituzioni sostengono la maternità con aiuti concreti. In ospedale è possibile partorire in anonimato e rinunciare al figlio, senza mettere a rischio la salute propria e del bambino, garantendogli il diritto di crescere in una famiglia. La scelta della donna di non riconoscere il figlio è infatti rigorosamente protetta dalla legge, Anche se clandestina, sposata o non sposata, la donna può far nascere il proprio bambino in ospedale senza temere di subire provvedimenti di alcun tipo. Nel caso di Giada, la mamma, se volesse ripensarci, ha tutti i diritti per riabbracciarla». Intanto, molte espressioni di solidarietà stanno raggiungendo la bimba. Al centralino dell’ospedale e in reparto si registrano da espressioni di disponibilità di adozione a offerte di vestitini. (03/01/2007)

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