Il maestro accusato di pedofilia
cura l'archivio di una biblioteca

Da maestro elementare accusato di pedofilia nei confronti dei suoi allievi a volontario in un oratorio della Bergamasca. Il gip ha deciso di consentire all'ex insegnante, 63 anni, che si trova agli arresti domiciliari in una casa parrocchiale, di occuparsi dell'archivio della biblioteca.

Da maestro elementare accusato di pedofilia nei confronti dei suoi allievi a volontario in un oratorio della Bergamasca. Il gip ha deciso di consentire all'ex insegnante, 63 anni, che si trova agli arresti domiciliari in una casa parrocchiale dove vive da solo, di occuparsi dell'archivio della biblioteca dell'oratorio, fermo restando l'espresso divieto di incontrare chiunque, escluso il parroco.

Trasferito dal carcere ai domiciliari lo scorso ottobre, ora l'ex maestro può occuparsi dell'archivio della biblioteca. La prossima udienza del processo a suo carico è in programma per il 18 aprile. E anche il ministero dell'Istruzione entrerà nell'udienza preliminare a carico di A. M., 63 anni, il maestro della scuola elementare di Palosco arrestato nell'aprile scorso con l'accusa di violenza sessuale su nove alunni.

A citare in giudizio il ministero, nel corso dell'udienza di ieri davanti al gup Giovanni Petillo, è stata una delle parti civili. Essendo i fatti contestati avvenuti all'interno di una scuola – è l'osservazione della parte civile – anche il ministero dovrebbe rispondere in termini di responsabilità civile.

L'insegnante si trova infatti tuttora agli arresti domiciliari in un appartamento collegato a una canonica, in un paese della provincia di Bergamo. Si è inoltre appreso che, recentemente, il gip ha concesso al maestro la possibilità di occuparsi dell'archivio di una biblioteca oratoriale, per qualche ora al pomeriggio, fermo restando l'espresso divieto di incontrare chiunque che non sia il parroco.

Giovedì in udienza l'insegnante - assistito dagli avvocati Adriana Vignoni e Mauro Moretti - non si è presentato. Non si presentò neppure il 24 gennaio, per legittimo impedimento: i suoi legali avevano depositato un certificato medico in cui si sconsigliava all'indagato, reduce da un intervento, di sottoporsi allo stress di un'udienza.

In aula si sono formalmente costituite le parti civili: otto, sulle nove presunte vittime degli abusi. Preoccupata di questo ulteriore slittamento dell'udienza al 18 aprile si è detta l'avvocato Stefania Botti, che assiste le famiglie di alcuni bambini e, tra gli altri, proprio il piccolo da cui ha avuto origine la denuncia che ha permesso di incastrare in flagranza il maestro elementare.

Si tratta del bimbo che, per l'accusa, avrebbe subito le «attenzioni» più pesanti da parte dell'uomo. Il legale ha anche già quantificato il danno patito dai suoi assistiti. «Il rinvio dell'udienza al 18 aprile - ha detto l'avvocato Botti - comporta il rischio che nel frattempo la misura cautelare a carico del maestro venga revocata per decorrenza dei termini e che dunque l'uomo torni in libertà. Di questo sono preoccupati i miei assistiti, che vivono questa eventualità come un'ingiustizia».

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