La salma di Alice ritorna a Cerete
Una foto ricordo al «Fantoni» di Clusone

Alice Dal Brollo, la 21enne studentessa bergamasca vittima del terremoto in Abruzzo, aveva programmato di tornare a casa mercoledì aprile per le vacanze di Pasqua. Invece a Cerete, nella fotte tra mercoledì e giovedì, ha fatto ritorno la sua salma. Venerdì i funerali. Intanto all'istituto turistico Fantoni di Clusone, dove si era diplomata è stato appeso un pannello con una fotografia di Alice e una dedica struggente.

Aveva programmato di tornare a casa oggi per le vacanze di Pasqua, ma la palazzina dove abitava all'Aquila le è crollata addosso e una trave l'ha colpita in pieno senza lasciarle scampo. A Cerete, nella notte tra mercoledì e giovedì, ha così fatto ritorno la salma Alice Dal Brolio, 21 anni, studente di Criminologia all'Università de L'Aquila. I funerali dovrebbero essere celebrati venerdì 10 aprile, alle 15, nella parrocchiale di Cerete).

Alice condivideva un appartamento insieme con altre tre studentesse: un'altra è morta con lei sotto le macerie. Il corpo di Alice Dal Brollo è stato individuato martedì mattina dalle unità cinofile della Procivil Camunia di Darfo (Brescia), mentre lunedì i cani dei soccorritori non avevano sentito nulla.

La studentessa, che viveva a Cerete in via Moscheni con la mamma Pasqua Epis, frequentava il secondo anno di un corso di laurea in criminologia, un indirizzo di studi che aveva scelto dopo aver completato l'istituto turistico al Fantoni di Clusone, dove è stato appeso un pannello con una fotografia di Alice e la scritta struggente: «Quando il sole tramonta, le lacrime potrebbero impedirci di vedere le stelle».

Alice era tornata in Abruzzo dopo il Carnevale per seguire le lezioni: «Aveva scelto questa facoltà - racconta una zia, Rosa Epis - con grande convinzione e grandi motivazioni, ed è per questo che in due anni aveva già dato tanti esami superandoli con ottimi risultati. Aveva le idee chiare e le spiegava anche a tutti noi quando, in famiglia, la prendevamo un po' in giro, dicendole che in fondo a Cerete non avrebbe avuto molto da indagare».

Ma quello che i parenti temevano era che la loro Alice, bella e solare, una volta finita l'università se ne sarebbe andata dal paese: «Lo sapeva anche lei, ma era molto determinata. La sua mamma era stata a trovarla all'Aquila poco tempo fa. Tornata a casa ci aveva raccontato di aver trovato Alice serena e felice per tutto quello che stava facendo».

Nel capoluogo abruzzese Alice dallo scorso settembre viveva in un appartamento con altre tre studentesse. Per mantenersi gli studi lavorava nell'agenzia di viaggi gestita dal proprietario dell'immobile in cui abitava. Aveva programmato di tornare oggi a Cerete per le vacanze di Pasqua: doveva arrivare in stazione a Milano con un pullman e, senza il terremoto, sua mamma l'avrebbe portata fino a casa.

Ma Alice domenica sera aveva paura. Lo aveva anche scritto al fidanzato, un ragazzo di Novezio di Cerete. Gli aveva «messaggiato» sul cellulare fino all'1,30, raccontando che sentiva la terra tremare: «Alla fine - racconta ancora la zia - si era decisa a riposare un po', ma si era sdraiata sul letto vestita con la felpa, i pantaloni e le calze». Vicino al letto c'erano anche le scarpe e il trolley, tutto era pronto per scappare se le scosse fossero ricominciate.

Vicino al letto, immaginano ora i parenti, doveva esserci anche qualcos'altro, qualcosa che ancora non è stato trovato: «Sì, Alice si muoveva sempre con il suo cincillà, che portava in una gabbia da trasporto. Il nostro dubbio, appena abbiamo saputo di quello che era successo, è che fosse rientrata in casa per portare al sicuro anche l'animale, ma poi ci hanno raccontato che è stata trovata morta sul suo letto, senza essere riuscita a scappare».

La palazzina è crollata proprio sulla stanza della studentessa bergamasca, colpita in pieno dal crollo delle macerie. Chi abitava al piano di sotto si è miracolosamente salvato. Dall'Abruzzo le notizie arrivano però a Cerete in maniera frammentata: giù ci sono la mamma, il papà Paolo (Alice era figlia unica) e lo zio Gino. La mamma aveva iniziato a cercare Alice subito dopo aver sentito quel che era successo in Abruzzo. La chiamava sul cellulare ma non ha mai avuto risposta, e l'angoscia è cresciuta in fretta.

Lunedì mattina i genitori erano già in viaggio per andare a cercarla. Poi ieri mattina sono stati accompagnati alla casa dove viveva Alice. Il suo corpo era appena stato estratto dalle macerie. A individuare la sua presenza i volontari di Darfo delle unità cinofile della Procivil Camunia guidati da Raffaello Colombo, originario di Clusone: «Dopo essere arrivati a L'Aquila lunedì sera avevamo lavorato fino alle 5,30 di ieri mattina. Alle 7,30 ci è stato chiesto di ripartire, anche se i cani erano molto stanchi. Ci hanno detto di ispezionare una palazzina crollata che si trovava a pochi minuti di cammino dal centro storico della città. Oltre ad Alice, abbiamo trovato altre due persone morte in quell'edificio».

La notizia a Cerete si è diffusa in un baleno: a mezzogiorno tutti gli studenti del Fantoni già lo sapevano. Il sindaco di Cerete Gianfranco Gabrieli, in attesa di sapere quando la salma potrà rientrare e decidere se proclamare il lutto cittadino, rivolgendo il cordoglio di tutta l'Amministrazione comunale alla famiglia, ricorda: «Alice era tornata ad abitare a Cerete con la mamma qualche anno fa, aveva frequentato le scuole medie a Rovetta e frequentato l'istituto turistico a Clusone. La conoscevano tutti i suoi coetanei e per la nostra comunità è un vero dramma». Come tutti, o quasi, gli studenti universitari, anche Alice Dal Brollo aveva il suo profilo su Facebook che però non è più stato aggiornato. In tanti l'hanno cercata, ma lei non poteva più rispondere.

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