«Solo negozi in linea con il contesto»
Il commercio in Città Alt cambia look

Il primo kebab in Città Alta è scomparso da solo, se l’è portato via la crisi, assieme alle polemiche che l’avevano accompagnato nel momento in cui era stato aperto. Quella del commercio nel centro storico resta però una questione d’attualità. Talmente d’attualità che la Giunta, approfittando di una recentissima normativa regionale, la legge 9 dello scorso giugno, ha deciso di metterci mano.

Un giro di vite? Per carità, forse l’immagine è un po’ forte, diciamo piuttosto un po' più di ordine, rispetto a ciò che la liberalizzazione ha consentito finora, le cui origini sono da ricercare nel recente provvedimento del Pirellone. «I comuni – recita infatti all’articolo 1 la normativa in questione - possono individuare, limitatamente al centro storico e contestualmente alla promozione di progetti e iniziative finalizzati alla sua valorizzazione, zone aventi valore storico e artistico di pregio dove l’esercizio del commercio è sottoposto a particolari condizioni ai fini della salvaguardia dell’ambiente originario, quale testimonianza della cultura locale». In soldoni significa che le stesse amministrazioni comunali potranno anche fissare dei paletti e bloccare innanzitutto alcuni tipi di licenze non consone al contesto considerato sulla base dei criteri da loro individuati.

«È una materia molto delicata – esordisce l’assessore al Commercio Enrica Foppa Pedretti – per questo andremo coi piedi di piombo. È nostra intenzione comunque approfittare dell’opportunità offerta e così appena ne siamo venuti a conoscenza abbiamo cominciato a lavorarci sopra. Si stanno innanzitutto determinando con precisione le aree e l’intenzione è di cominciare proprio da Città Alta, fissando, allo stesso tempo, i criteri che andranno a influire sia sulle tipologie merceologiche sia in sul decoro degli esercizi. I contenuti delle attività commerciali dovranno essere in linea con il contesto storico che le circonda. Non è assolutamente nostra volontà limitare la vivacità commerciale e la concessione delle licenze, ma solo frenare quelle non adatte alla cornice di Città Alta. L’obiettivo è tutelare infatti le sue caratteristiche, preservandone allo stesso tempo lo spirito tradizionale».

Non solo: «In quest’ottica – aggiunge il consigliere comunale Luciana Frosio Roncalli che ha ricevuto dal sindaco la delega per il centro storico –, non ci limiteremo a fissare delle regole, ma cercheremo di incentivare e promuovere quelle tipologie di attività che più si addicono alla preziosa cornice della città antica e in particolare quelle artigianali. Non solo paletti quindi, ma anche delle misure che agevolino il loro insediamento, un po’ sulla falsariga di ciò che è stato fatto altrove e in particolare a Lucca realtà che rappresenta un po’ l’apripista e l’esempio da seguire in materia».

I tempi? «Non abbiamo fissato delle scadenze – conclude l’assessore al Commercio Foppa Pedretti – anche perché la situazione in Città Alta non è tutto sommato negativa; si tratta di un provvedimento che sta maturando e che comunque cercheremo di adottare al più presto possibile».

Per saperne di più leggi L'Eco in edicola oggi

© RIPRODUZIONE RISERVATA