L’esplosione sul volo somalo
provocata da un computer-bomba

Sarebbe stato un computer portatile contenente una bomba a provocare l’esplosione che martedì ha squarciato la fusoliera di un Airbus A-321 delle linee aeree somale Daallo Airlines, obbligando il pilota e il primo ufficiale, il bergamasco Riccardo Bonaldi, a tornare all’aeroporto di Mogadiscio da dov’era decollato 15 minuti prima.

Lo rivelano fonti informate vicine all’inchiesta citate da Cnn. Gli inquirenti sono quasi certi che l’attentatore fosse l’uomo anziano volato fuori dallo squarcio, che è stato identificato e sul quale s’indaga per capire se sia legato all’organizzazione integralista islamica Al Shabaab.

Sull’aereo viaggiava come primo ufficiale di volo Riccardo Bonaldi, di Longuelo, ex studente del Lussana, che stava effettuando le 500 ore di volo necessarie nel suo percorso professionale per diventare pilota. Bonaldi, 24 anni, è atteso nella sua casa ad Astino, ma ha sempre mantenuto il più stretto riserbo sulla vicenda: «Non voglio dire nulla sull’incidente - ha detto - essendoci un’indagine in atto».

Più loquace è stato il collega di volo. Una «esplosione terribile»: così il pilota serbo del volo somalo aveva descritto la deflagrazione a bordo. Una testimonianza, quella resa dal pilota dell’Airbus A-321 Vladimir Vodopivec al quotidiano belgradese Blic, che aveva rinforzato l’ipotesi, formulata da alcune fonti anonime americane, che a provocare lo squarcio era stata una bomba, e non un incidente tecnico, come sostenuto dal governo somalo e dalla compagnia stessa.

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