Nuova truffa colpisce le assicurazioni
«Furto degli assegni spediti con la posta»

Esplode il fenomeno dei furti degli assegni spediti a mezzo posta ai danneggiati delle assicurazioni. Lo segnala lo «Sportello dei Diritti». E a pagare sono sempre gli assicurati e i danneggiati.

L’ultima frontiera delle truffe, o meglio dei furti, è un fenomeno non del tutto nuovo ma che pare stia in fase di espansione in tutt’Italia: il furto ed il cambio degli assegni spediti dalle assicurazioni col servizio postale. A segnalarlo numerosi danneggiati che pur ricevendo comunicazione di essere stati liquidati, molti nei termini di legge stabiliti dal Codice delle Assicurazioni private, non si vedono recapitare materialmente l’assegno bancario con l’importo del risarcimento, con la conseguenza, che per la riemissione si debba perdere ulteriore tempo, quando magari si è già riparata la propria autovettura e/o si sono anticipate numerose spese.

Il tutto nasce dalla politica della gran parte delle compagnie assicurative, anche dei gruppi maggiori presenti sul territorio nazionale, di provvedere alla liquidazione mediante spedizione con posta ordinaria di assegno bancario «non trasferibile» intestato al soggetto danneggiato. Il problema è che pare che vi siano delle proprie bande criminali che da Nord a Sud riescono ad intercettare i titoli nel percorso che va dalla postalizzazione e prima di arrivare nella buca delle lettere di chi ne avrebbe diritto.

«La cosa più eclatante è che questi truffatori, evidentemente non occasionali, riescano a cambiare gli assegni con documenti falsi, dopo aver aperto conti correnti o libretti postali in svariate località d’Italia e riescano infine a prelevare l’intero importo cambiando sportelli o ATM bancomat, probabilmente per lasciare meno punti di riferimento possibile. In ogni caso - sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” -, in primo luogo il danno lo subisce chi si vede ritardata la liquidazione dei pregiudizi subiti ed infine a pagare sono sempre gli assicurati perché la compagnia, assodato il furto, è costretta a versare nuovamente l’intero importo con la conseguenza che tale perdita va ad incidere sulle tariffe assicurative perché ormai si segnalano decine e decine di episodi del genere che segnano un’evitabile emorragia nel settore che potrebbe essere semplicemente risolta con l’invio degli stessi pagamenti a mezzo di una semplice raccomandata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA