Piccoli birrifici, ma grandi tasse
Lombardia prima nel settore

Il Pirellone vota una mozione per chiedere di tagliare le tasse sulle birre che rischiano di uccidere un settore nascente dell’economia.

La preoccupazione arriva dal Consiglio regionale che martedì 8 settembre ha approvato a larghissima maggioranza una mozione, presentata dalla Lega Nord (primo firmatario il vice presidente del Consiglio Fabrizio Cecchetti), con la quale si chiede che la birra sia riconosciuta come prodotto agricolo e, dunque, che la filiera possa essere sostenuta e aiutata anche con le politiche comunitarie. La Lombardia è la prima regione in Italia per numero di aziende brassicole: 124 realtà tra micro birrifici e brew pub, oltre a 2 stabilimenti industriali, con circa 4,7 milioni di consumatori lombardi.

«Il settore - sottolinea Cecchetti, citando alcuni dati di Assobirra e Unionbirrai - sarebbe in grado di generare centinaia di posti di lavoro ma l’aumento delle accise sul prodotto rende impossibile qualsiasi progetto di sviluppo e, dunque, taglia ulteriori possibilità di occupazione. Tra ottobre 2013 e gennaio 2015 c’è stato un incremento delle accise pari al 30%: praticamente su una birra di 66 cl si pagano 46 centesimi di tasse contro i 21,3 che pagano gli spagnoli e i 19,5 dei tedeschi. Sviluppare un settore, che tra l’altro fa bene alla nostra agricoltura perché i birrifici artigianali operano sulla base del principio del km zero, in queste condizioni è impossibile». Nel dibattito sono intervenuti, esprimendo parere favorevole, anche i consiglieri Marco Tizzoni (Lista Maroni) e Fabio Pizzul (Pd). L’assessore al Commercio Mauro Parolini ha definito le richieste contenute nel testo «ragionevoli e opportune».

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