Renzi rilancia la banda ultralarga
«Internet a 30 mega in 224 città»

Portare la connessione a Internet a 30 mega in tutta Italia entro il 2020. Rispettare l’obiettivo posto dall’Agenda digitale europea è la parola d’ordine del governo e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l’ha confermato con il lancio del piano messo a punto dall’Enel, insieme a Vodafone e Wind come partner commerciali, per portare la fibra ottica in 7,5 milioni di case di 224 città.

In un’affollata conferenza stampa a Palazzo Chigi, Renzi, l’ad dell’Enel Francesco Starace, quello di Vodafone Italia, Aldo Bisio, e quello di Wind, Maximo Ibarra, hanno fornito qualche dettaglio in più rispetto a quanto già comunicato dall’Enel (che agisce con una società ad hoc, Enel Open Fiber) un paio di settimane fa. In particolare, sono ora note le città dalle quali partirà il progetto: le prime cinque, con i rispettivi sindaci in prima fila nel corso della presentazione sono Catania, Cagliari, Perugia, Bari e Venezia, e ad esse seguiranno Firenze, Genova, Napoli, Palermo e Padova. Con un «secondo giro» sarà poi la volta di altri 40 comuni. Si tratta di centri in cui l’Enel ha la rete di distribuzione, attraverso cui passerà anche la fibra: nelle altre città si potrebbe invece procedere con accordi con le utility locali. A Roma, per esempio, non si esclude un accordo con l’Acea, pronta a un «ruolo propulsore».

Nelle aree a fallimento di mercato, invece, Renzi ha assicurato che il primo bando arriverà il 29 aprile. «Il tema - ha spiegato Renzi - è la banda larga ovunque», perché le infrastrutture digitali contano come e quanto più di quelle «tradizionali» e, come quelle, vanno «sbloccate». L’Enel, ha quindi aggiunto il premier, è «all’avanguardia» non solo nelle energie rinnovabili e in quelle classiche, ma anche «nella tecnologia» e «permette di attaccare un ulteriore tassello che offre una possibilità in più sulla banda ultralarga».

Il piano del colosso elettrico, ha comunque assicurato il premier, non sarà l’unico a godere dell’imprimatur del governo: «Presentiamo questa iniziativa - ha sottolineato Renzi - ma siamo pronti a presentarne altre di altri soggetti che abbiano le stesse caratteristiche. C’è la piena disponibilità. Siamo sempre pronti a dare una mano ai soggetti pubblici e privati che danno una mano al Paese». Nessun riferimento esplicito a Telecom Italia, ma la mente non può che andare al primo gruppo telefonico italiano, vero convitato di pietra dell’appuntamento di oggi. Di Telecom ha invece parlato Starace, convinto che «sarebbe fantastico se facesse parte della partita». Del resto le due grandi aziende avevano cominciato a parlarsi fin da subito e l’ex a.d Marco Patuano si era spinto a dichiarare che «se venisse confermato che l’Enel può costruire la rete a prezzi inferiori ai nostri, la decisione razionale ed economica e’ quella di andare a comprare». Da allora, però, parecchia acqua è passata sotto i ponti, l’a.d di Telecom è addirittura cambiato e di accordi tra le due aziende non si ha traccia, anche se Starace ha ribadito ancora una volta: «Siamo aperti a qualunque soluzione con tutti gli operatori». Gli unici coinvolti, per il momento, sono Vodafone (che porterà i suoi 2 milioni di clienti del fisso sulla futura rete Enel) e Wind, con i quali c’è “un’intesa importante” di carattere strategico e commerciale. Alla finestra è invece ancora Metroweb, anche se Starace ha ribadito che il dialogo è aperto: ci «stiamo parlando e stiamo proponendo una grande Metroweb: quello che ha fatto a Milano si può rifare su scala nazionale». Tornando a Telecom, il governo ha incassato la smentita (che però è arrivata dal principale azionista, Vivendi, e non dal gruppo telefonico) in merito ai 15mila posti a rischio: «C’è un comunicato stampa che ha smentito questa ipotesi», ha tagliato corto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti.

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