Sorisole, al Patronato la «casaautonomia» per i senza dimora

Mattone su mattone, i servizi di recupero per i senza fissa dimora del progetto Esodo, gestito dal Patronato San Vincenzo di Sorisole attraverso una convenzione col Comune di Bergamo, crescono. Dalla panchina di strada alla «minima opera della Provvidenza»: il restauro e il recupero di quella che un tempo era stata la casa del contadino, all’interno dell’area della comunità di Sorisole ha permesso la nascita de «la casa zona autonomia».Sala, cucina, due bagni, tre camere da letto, disposte su due piani, «la casa potrà accogliere cinque persone il cui cammino di recupero, dalla situazione di grave emarginazione alla normalità, è in fase di crescita – spiega don Fausto Resmini –, per intraprendere il percorso in zona autonomia nella casa restaurata: vita da soli, lavoro esterno solitamente tramite cooperative». Si tratta di un momento temporaneo di «ordinaria» quotidianità, monitorata da un paio di operatori sociali, prima dell’inserimento nella società: traguardo da raggiungere, quale conclusione del percorso inserito nel progetto Esodo.Un «servizio segno»Servizio educativo di strada e di accoglienza notturna, è nato nel 1992 come «servizio segno» dell’Associazione Diakonia – Caritas diocesana bergamasca – in collaborazione col settore Politiche sociali del Comune di Bergamo, oggi gestito dal Patronato San Vincenzo. Il punto di partenza è la stazione delle Autolinee di Bergamo. Durante il giorno la presenza di un camper, dove operatori ascoltano i bisogni degli «abbandonati», che considerano la strada come dimora, distribuendo loro anche vestiario, medicine di base e coperte. La sera è attivo lo spazio-mensa il «Posto caldo», che riceve quotidianamente circa 140 persone, mentre l’accoglienza notturna è predisposta nei dormitorietti cittadini della Caritas, delle Suore delle Poverelle, del Galgario e, per 20 persone, nei container di Sorisole. Per molti altri la notte è un giaciglio di coperte pesanti «ed usate, quelle nuove verrebbero vendute», spiega don Resmini che ben conosce le regole di chi vive sotto porticati urbani e di provincia. «La strada produce malattie – continua don Resmini –, così al Patronato San Vincenzo è attivo anche un ambulatorio sanitario attrezzato di infermeria e reparto degenza per sei persone». A completare quest’opera di carità e aiuto per «gli ultimi della fila», il restauro della casa dove verranno ospitate cinque persone, prima del reinserimento nella società.Un aiuto importanteA sostegno di questo obiettivo, il Cral (Circolo ricreativo aziendale lavoratori) della Banca Popolare di Bergamo, nelle persone del presidente Ignazio Gelpi e dei consiglieri Lavinio Invernizzi e Gianangelo Mangili, ieri ha consegnato a don Resmini 25.000 euro, quale contributo per ammortizzare i debiti accesi dal Patronato San Vincenzo di Sorisole per restaurare la nuova dimora. La struttura abitativa è già agibile, ma diventerà operativa fra un paio di mesi. Un nuovo «Esodo» dalla strada verso il recupero della persona è stato avviato(07/10/2008)

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